L'Unità, 17/01/2008
E i «duri» non si fermano: oggi contesteremo Veltroni e Mussi
Annunciati sit-in e manifestazione. Gasparri: allontanare dall’ateneo i docenti firmatari della lettera
di Andrea Carugati / Roma
«NUNTIO VOBIS gaudium magnum: non habemus papam», recita orgoglioso e irriverente lo striscione appeso all’ingresso di Fisica. L’hanno affisso i collettivi, gli stessi che, sulla scalinata del rettorato, festeggiano la «vittoria laica». Ci sono le ragazze con le mitrie rosa di cartone con le scritte «No omofobia», «No Pope». Altre ragazze, con maschere di Ratzinger, distribuiscono i volantini della «frocessione». Recitano come un salmo le sigle dei vari collettivi («Sui generis», «Le mele di Eva»), seguite da un corale «goda pro nobis». «Il Papa è fuori dall’università, ora esca anche dalle nostre vite», dice una ragazzina. «Il Papa non parla più, Uolter ripensaci anche tu. No alla moratoria sull’aborto, no al pacchetto sicurezza», recita uno striscione. Già, perché Veltroni, e anche il ministro Mussi ora sono gli obiettivi dei manifestanti, che confermano tutto il ricco programma di oggi. Si parte alle 9.30 con il sit-in davanti a Lettere; alle 13,30, da piazzale Aldo Moro, partirà la «frocessione». Nel pomeriggio, davanti alla Minerva, la lectio magistralis del comico Andrea Rivera. Nel mirino, dunque, Veltroni e Mussi. Il primo, spiegano, «per il pacchetto sicurezza»; il secondo «perché non ha cambiato la riforma Moratti, anzi l’ha peggiorata con nuovi numeri chiusi». Ancora tensione con il rettore che, accusano, «ha deciso di impedire l’ingresso nella città universitaria a chiunque non sia studente della Sapienza».
Gli studenti ricordano di avere aperto «una breccia nel silenzio mediatico sulle continue ingerenze vaticane», ma rimandano al mittente le accuse di censura. «L’integralismo è di chi non vuole conflitti e dissenso», dice Francesco Raparelli, uno dei leader, che attacca le «insopportabili risposte del mondo politico» e propone un invito ai prof. Cacciari (che ha accusato gli autori della lettera di «cretinismo») e Asor Rosa alla Sapienza per discutere della vicenda. «Da noi non è arrivato alcun problema di sicurezza per la visita del papa», ricorda. «Nessuna violenza, nessun parallelo con Lama e il 1977». «Il Papa non è venuto perché non poteva permettersi di essere contestato», die Giorgio Sestili.
Tra i professori, invece, la linea non è univoca. Il direttore del dipartimento di Fisica, Giancarlo Ruocco, esprime «rammarico» per il forfait del Papa e spiega a colleghi e studenti riuniti nel primo pomeriggio in un aula del suo istituto: «Siamo sotto attacco mediatico». Propone: «Organizziamo un dibattito aperto su 194, scienza e fede, in cui saranno i benvenuti tutti i rappresentanti che la Curia deciderà di inviare». Gli studenti sono d’accordo: «Il Papa venga qui per un libero dibattito». Sulla lavagna alcuni ricercatori hanno scritto che non sono d’accordo con la protesta e con la lettera. Si levano anche alcuni voci di studenti, come Antonio, che si dissociano dai «toni» delle contestazioni. Il prof. Carlo Cosmelli ribadisce le ragioni della lettera: «Un capo religioso non può inaugurare l’anno accademico di una università laica». Applausi. Quanto all’accusa di essere «cattivi maestri», dice: «Spero che il rettore ritiri questa espressione. La prendo come un lapsus». Più duro il collega Brunello Tirozzi, che strappa applausi parlando di «attacchi scomposti da una classe politica che non sa tenere fermo un principio neppure per un giorno». Attacchi anche a Buttiglione: «Vuole togliere a Maiani, medaglia della Fisica, il posto al Cnr perché ha scritto una lettera. E poi gli oscurantisti saremmo noi?».
Quasi nessuno parla di Maurizio Gasparri, che ha chiesto che «vengano assunte iniziative per allontanare dall'Ateneo i professori ancora in servizio che hanno firmato quel vergognoso manifesto». Gli risponde, da Fisica, il prof. Guido Martinelli: «Gasparri vuole fare le epurazioni come nel Ventennio? Si accomodi pure, noi continueremo a dire quello che pensiamo». Massimo Grossi, docente di Analisi matematica che non ha firmato la missiva, scrive al ministro Mussi: «Caro ministro, difenda i miei colleghi da questi indegni attacchi». Annuncio di dimissioni per protesta “pro Ratzinger” di Giovanni Martines Augusti, docente di Informazione radio tv alla Sapienza, discendente di una famiglia che ha avuto tre papi. A prof e studenti arriva la solidarietà del deputato Prc Caruso. «No alla caccia alla streghe contro docenti e studenti», dice il sottosegretario Paolo Cento. Intanto Forza Nuova ha annunciato che oggi non manifesterà.
E i «duri» non si fermano: oggi contesteremo Veltroni e Mussi
Annunciati sit-in e manifestazione. Gasparri: allontanare dall’ateneo i docenti firmatari della lettera
di Andrea Carugati / Roma
«NUNTIO VOBIS gaudium magnum: non habemus papam», recita orgoglioso e irriverente lo striscione appeso all’ingresso di Fisica. L’hanno affisso i collettivi, gli stessi che, sulla scalinata del rettorato, festeggiano la «vittoria laica». Ci sono le ragazze con le mitrie rosa di cartone con le scritte «No omofobia», «No Pope». Altre ragazze, con maschere di Ratzinger, distribuiscono i volantini della «frocessione». Recitano come un salmo le sigle dei vari collettivi («Sui generis», «Le mele di Eva»), seguite da un corale «goda pro nobis». «Il Papa è fuori dall’università, ora esca anche dalle nostre vite», dice una ragazzina. «Il Papa non parla più, Uolter ripensaci anche tu. No alla moratoria sull’aborto, no al pacchetto sicurezza», recita uno striscione. Già, perché Veltroni, e anche il ministro Mussi ora sono gli obiettivi dei manifestanti, che confermano tutto il ricco programma di oggi. Si parte alle 9.30 con il sit-in davanti a Lettere; alle 13,30, da piazzale Aldo Moro, partirà la «frocessione». Nel pomeriggio, davanti alla Minerva, la lectio magistralis del comico Andrea Rivera. Nel mirino, dunque, Veltroni e Mussi. Il primo, spiegano, «per il pacchetto sicurezza»; il secondo «perché non ha cambiato la riforma Moratti, anzi l’ha peggiorata con nuovi numeri chiusi». Ancora tensione con il rettore che, accusano, «ha deciso di impedire l’ingresso nella città universitaria a chiunque non sia studente della Sapienza».
Gli studenti ricordano di avere aperto «una breccia nel silenzio mediatico sulle continue ingerenze vaticane», ma rimandano al mittente le accuse di censura. «L’integralismo è di chi non vuole conflitti e dissenso», dice Francesco Raparelli, uno dei leader, che attacca le «insopportabili risposte del mondo politico» e propone un invito ai prof. Cacciari (che ha accusato gli autori della lettera di «cretinismo») e Asor Rosa alla Sapienza per discutere della vicenda. «Da noi non è arrivato alcun problema di sicurezza per la visita del papa», ricorda. «Nessuna violenza, nessun parallelo con Lama e il 1977». «Il Papa non è venuto perché non poteva permettersi di essere contestato», die Giorgio Sestili.
Tra i professori, invece, la linea non è univoca. Il direttore del dipartimento di Fisica, Giancarlo Ruocco, esprime «rammarico» per il forfait del Papa e spiega a colleghi e studenti riuniti nel primo pomeriggio in un aula del suo istituto: «Siamo sotto attacco mediatico». Propone: «Organizziamo un dibattito aperto su 194, scienza e fede, in cui saranno i benvenuti tutti i rappresentanti che la Curia deciderà di inviare». Gli studenti sono d’accordo: «Il Papa venga qui per un libero dibattito». Sulla lavagna alcuni ricercatori hanno scritto che non sono d’accordo con la protesta e con la lettera. Si levano anche alcuni voci di studenti, come Antonio, che si dissociano dai «toni» delle contestazioni. Il prof. Carlo Cosmelli ribadisce le ragioni della lettera: «Un capo religioso non può inaugurare l’anno accademico di una università laica». Applausi. Quanto all’accusa di essere «cattivi maestri», dice: «Spero che il rettore ritiri questa espressione. La prendo come un lapsus». Più duro il collega Brunello Tirozzi, che strappa applausi parlando di «attacchi scomposti da una classe politica che non sa tenere fermo un principio neppure per un giorno». Attacchi anche a Buttiglione: «Vuole togliere a Maiani, medaglia della Fisica, il posto al Cnr perché ha scritto una lettera. E poi gli oscurantisti saremmo noi?».
Quasi nessuno parla di Maurizio Gasparri, che ha chiesto che «vengano assunte iniziative per allontanare dall'Ateneo i professori ancora in servizio che hanno firmato quel vergognoso manifesto». Gli risponde, da Fisica, il prof. Guido Martinelli: «Gasparri vuole fare le epurazioni come nel Ventennio? Si accomodi pure, noi continueremo a dire quello che pensiamo». Massimo Grossi, docente di Analisi matematica che non ha firmato la missiva, scrive al ministro Mussi: «Caro ministro, difenda i miei colleghi da questi indegni attacchi». Annuncio di dimissioni per protesta “pro Ratzinger” di Giovanni Martines Augusti, docente di Informazione radio tv alla Sapienza, discendente di una famiglia che ha avuto tre papi. A prof e studenti arriva la solidarietà del deputato Prc Caruso. «No alla caccia alla streghe contro docenti e studenti», dice il sottosegretario Paolo Cento. Intanto Forza Nuova ha annunciato che oggi non manifesterà.