di Elisa Borghi
La scorsa settimana il Tar del Lazio ha giudicato illegittime le linee guida della legge sulla fecondazione medicalmente assistita, più nota come Legge 40. Accogliendo il ricorso delle associazioni "Madre Provetta", "Amica Cicogna" e "Warm", i giudici del tribunale amministrativo hanno annullato quelle parti della norma che prevedono la predeterminazione degli embrioni da ottenere e poi da impiantare in utero (non più di tre), e il divieto di diagnosi preimpianto. Si riapre così il dibattito sulla fecondazione assistita, una materia su cui al momento esiste un pericoloso vuoto normativo, perché decadute le vecchie linee guide il ministero della Salute tarda ad emanare quelle nuove, lasciando nel dubbio e nella precarietà gli operatori sanitari e le coppie che ricorrono alla fecondazione assistita. Ne parliamo con Marco Cappato, radicale, segretario dell'Associazione per la libertà di ricerca scientifica Luca Coscioni.
Si aspettava questa sentenza?
Noi abbiamo sempre lottato perché anche a livello giurisprudenziale venissero cancellate le linee guida, che aggiungono alla legge 40 delle proibizioni che vanno contro i diritti fondamentali della donna e dei portatori di malattie geneticamente trasmissibili. Dopo questo successo ora diventa urgentissimo che il ministro Livia Turco emetta le nuove linee guida.
In un periodo di attesa e di transizione politica come quello che stiamo vivendo, pensa che ci sia spazio per discutere della legge 40?
Anche vedendo le prese di posizione delle varie associazioni, ritengo che in questi giorni ci siano tutte le condizioni per fare uscire le nuove linee guida e questo perché, primo, è illegale non farlo, e secondo la decisione del Tar ha contribuito a chiarire la materia. Quando parlo di illegalità mi riferisco al fatto che le linee guida durano tre anni e quelle della legge 40, fatte nell'agosto 2004, sono scadute nel 2007. Inoltre adesso non sono nemmeno in vigore quelle vecchie perché il Tar del Lazio le ha fatte cadere, il ministro della Salute commetterebbe una gravissima mancanza politica se, per paura delle componenti clericali di destra ed sinistra, dovesse lasciare cadere la possibilità di rinnovare la legge.
Come si regolano i medici che si trovano ad operare in questo vuoto normativo?
Oggi si deve fare riferimento al precedente giurisprudenziale del Tar. Dunque i medici possono procedere all'analisi genetica preimpianto. Ma i centri di fecondazione hanno comunque bisogno di un regolamento e di una legge che dia delle certezze agli operatori e alle coppie.
Un terzo grado di giudizio potrebbe ribaltare la decisione del Tar?
lo spero che l'avvocatura dello stato non faccia ricorso per difendere le linee guida scadute. Auspico semmai che anche la Corte costituzionale si esprima sul fatto che la legge 40 impone pratiche che vanno contro la salute della persona. Il divieto di conservare più di tre ovociti, ad esempio, costringe te donne a rischiare un patto plurigemellare o a sottoporsi a cicli di stimolatori ormonali.
Lei come cambierebbe la legge 40?
Questa legge si dovrebbe abolire o riformare radicalmente nelle parti che riguardano la diagnosi genetica preimpianto, l'accesso alla fecondazione eterologa e la ricerca sulle cellule staminali. Uno degli aspetti più assurdi è che mentre l'Unione Europea finanzia la ricerca sugli embrioni extranumerari, da noi questi stessi embrioni sono destinati a marcire nei frigoriferi. E non si capisce che cosa ci sia di tanto etico e di morale a buttarli nella spazzatura. Aspettando una revisione della legge cerchiamo di lavorare anche su piccoli miglioramenti, come potrebbe essere quello di riconoscere e regolare le modalità di accesso all'analisi preimpianto.
L'associazione Luca Coscioni come porta avanti questa battaglia?