I cristiani alla conquista del nuovo mondo.
"Fra i tanti esempi che fornisce, Las Casas racconta quello dell'assassinio per fame, da parte degli spagnoli, di trentamila indios, fra i quali una donna indotta, per disperatamente sopravvivere, a divorare il proprio bambino. Quello della fame era uno strumento usato di sovente. Si veda l'esempio dei cristiani, che obbligavano indios catturati come schiavi ad affrontare indios ancora liberi, costringendoli con la fame a combatterli e prenderli prigionieri, per poi cibarsene! E sono questi stessi cristiani che si indignano per il cannibalismo degli Indios, qualificandolo di infernale! Nello Yucatan, i cristiani macellavano bambini Indios per nutrire i propri cani. Tenevano per loro macellerie di carne umana; e naturalmente si dilettavano con la caccia all'Indio; uno di loro si vantò, in una mattinata, di averne uccisi quindici o venti. In Messico gli spagnoli ammazzarono cinque o seimila indios nudi ed inermi, inneggiando a Nerone, che, in Roma aveva fatto un simile massacro di cristiani, bruciandoli! Nello Yucatan, i cristiani scambiano un robusto ragazzo Indio per un formaggio; cento indios per un cavallo; rendevano incinte le donne indie, per poterle vendere a maggior prezzo.
"entravano nei villaggi e non lasciavano né bimbi, né vecchi, né donne incinte o partorienti, se non dopo averli sventrati e fatti a pezzi [...]. Scommettevano a chi sapesse squarciare un uomo con un sol colpo di coltello, o gli tagliasse la testa con un colpo di picca, o gli mettesse a nudo le viscere. Strappavano i piccoli dal seno delle madri e gli sbattevano la testa sulle rocce. Altri, da sopra le spalle, li scagliavano nei fiumi [...]; li infilzavano su una spada assieme alle loro madri [...]. Elevavano lunghi patiboli [...]n cui attaccavano gruppi di tredici persone , in onore e reverenza del nostro Redentore e dei dodici apostoli, vi appiccicavano fuoco e li bruciavano vivi [...]. Signori e nobili li uccidevano così: sotto i patiboli alimentavano un fuoco tenue, perché rendessero l'anima lentamente, fra urla atroci [...]. Ho visto tutte le cose che ho detto e ben altre, innumerevoli.
Si capisce dunque perché famiglie intere di indios si impiccassero pur di sfuggire i cristianissimi loro "evangelizzatori"."
da "Streghe e Potere" di Luciano Parinetto
"Fra i tanti esempi che fornisce, Las Casas racconta quello dell'assassinio per fame, da parte degli spagnoli, di trentamila indios, fra i quali una donna indotta, per disperatamente sopravvivere, a divorare il proprio bambino. Quello della fame era uno strumento usato di sovente. Si veda l'esempio dei cristiani, che obbligavano indios catturati come schiavi ad affrontare indios ancora liberi, costringendoli con la fame a combatterli e prenderli prigionieri, per poi cibarsene! E sono questi stessi cristiani che si indignano per il cannibalismo degli Indios, qualificandolo di infernale! Nello Yucatan, i cristiani macellavano bambini Indios per nutrire i propri cani. Tenevano per loro macellerie di carne umana; e naturalmente si dilettavano con la caccia all'Indio; uno di loro si vantò, in una mattinata, di averne uccisi quindici o venti. In Messico gli spagnoli ammazzarono cinque o seimila indios nudi ed inermi, inneggiando a Nerone, che, in Roma aveva fatto un simile massacro di cristiani, bruciandoli! Nello Yucatan, i cristiani scambiano un robusto ragazzo Indio per un formaggio; cento indios per un cavallo; rendevano incinte le donne indie, per poterle vendere a maggior prezzo.
"entravano nei villaggi e non lasciavano né bimbi, né vecchi, né donne incinte o partorienti, se non dopo averli sventrati e fatti a pezzi [...]. Scommettevano a chi sapesse squarciare un uomo con un sol colpo di coltello, o gli tagliasse la testa con un colpo di picca, o gli mettesse a nudo le viscere. Strappavano i piccoli dal seno delle madri e gli sbattevano la testa sulle rocce. Altri, da sopra le spalle, li scagliavano nei fiumi [...]; li infilzavano su una spada assieme alle loro madri [...]. Elevavano lunghi patiboli [...]n cui attaccavano gruppi di tredici persone , in onore e reverenza del nostro Redentore e dei dodici apostoli, vi appiccicavano fuoco e li bruciavano vivi [...]. Signori e nobili li uccidevano così: sotto i patiboli alimentavano un fuoco tenue, perché rendessero l'anima lentamente, fra urla atroci [...]. Ho visto tutte le cose che ho detto e ben altre, innumerevoli.
Si capisce dunque perché famiglie intere di indios si impiccassero pur di sfuggire i cristianissimi loro "evangelizzatori"."
da "Streghe e Potere" di Luciano Parinetto