giovedì 3 gennaio 2008

L'urgenza del laico

L'urgenza del laico

Il Manifesto del 3 gennaio 2008, pag. 1

di Filippo Gentiloni

Fra le ultime vicende del 2007 bisogna annoverare anche una nuova fase del contenzioso stato-chiesa. Un contenzioso antico che si ri­presenta continuamente, con le sponde del Tevere che si allarga­no e si restringono di volta in vol­ta, come amava dire Spadolini. La sistemazione data dalla Costitu­zione e poi dal Concordato craxiano non ha rappresentato una solu­zione né perfetta né definitiva. Le discussioni recenti hanno confer­mato l'incertezza e la precarietà di una controversia che è ben lon­tana dall'essere esaurita.



A riaprire il contenzioso - che, d'altronde, in realtà non era stato mai risolto del tutto - alcuni fatti ben precisi, da una parte e dall'al­tra. Da parte vaticana, una nuova «preoccupazione»: un nuovo timore della perdita di visibilità e quindi di presenza nell'attuale so­cietà italiana. La paura che la pre­senza cattolica si dovesse ridurre, per così dire, alla sacrestia e alla camera da letto: che scomparisse, cioè dalla vita pubblica, come, d'altronde, è già accaduto in mol­ti altri paesi anche a maggioranza cattolica. Quindi una nuova pre­senza, più «aggressiva». Tipica, d'altronde, anche del nuovo pon­tificato.



Dall'altra parte, alcuni fatti nuo­vi, sotto gli occhi tutti. Ieri, la fine di quella Democrazia Cristiana al­la quale stato e chiesa avevano de­legato il compito di stabilire limi­ti, patti e funzioni. Oggi, poi, un fatto nuovo: la nascita di quel Partito Democratico che dovrebbe es­sere erede sia della Democrazia Cristiana che delle sinistre, con il relativo problema della laicità. Il contenzioso si riapre, su temi in buona parte antichi, anche se rin­novati e aggravati.



Domina la famiglia, con tutte le tematiche ad essa collegate, a co­minciare dall'aborto. L'insistenza sulla famiglia, quella «tradizionale», permette alla polemica cattoli­ca di spaziare dalla pace ai proble­mi sociali. E permette alleanze an­che nuove. Così la Binetti e i vari «teodem» si trovano vicini a molti berlusconiani come Sandro Bondi, che ha risposto all'appello per una «moratoria» sull'aborto lan­ciato dal Foglio di Ferrara e subito enfatizzato da Camillo Ruini. I lai­ci credenti sempre più clericali, mentre i laici non credenti diven­tano sempre più vicini agli anticle­ricali.



In realtà è in crisi quella posizio­ne veramente laica che per decen­ni aveva animato il dibattito. Una posizione lontana dai due estre­mi: né clericale né anticlericale. Una posizione nobile e feconda che aveva caratterizzato livelli e persone di tutto rispetto. Vi si ri­trovavano insieme non credenti e credenti in una casa comune che sta scomparendo, con grave dan­no del dibattito culturale e politi­co.


Lo stiamo già constatando, nel­la ripresa di quello scontro sul­l'aborto che, invece, pochi anni fa, aveva segnato un passo avanti della sana laicità.