Corriere della Sera 14.1.08
Chiesa e università Previsti cortei con uomini vestiti da suore. Gasparri: denunciare i docenti anti Ratzinger
«Assedio sonoro» all'arrivo del Papa
Musica dance per disturbare la visita alla Sapienza. Il rettore: stop agli integralisti
di Edoardo Sassi
Per motivi di sicurezza la cittadella universitaria sarà vietata alle auto durante la visita papale
ROMA — A tre giorni dalla visita di Benedetto XVI all'università La Sapienza sale il termometro della protesta. Ma a considerare fuori luogo ogni polemica è il rettore Renato Guarini, che difende la sua scelta di invitare il papa per l'inaugurazione dell'anno accademico e critica sia i 61 docenti firmatari di un appello per annullare l'incontro di giovedì, sia studenti e movimenti che manifesteranno.
«La visita del Pontefice — ha detto Guarini — è una manifestazione di grande rilevanza culturale su un tema, la pena di morte, in cui esistono convergenze al di là del credo. Il Papa è uomo di grande cultura e di profondo pensiero filosofico. Una comunità accademica deve restare aperta a tutti i confronti ». Poi la stoccata: «Il clima? Sono tranquillo perché confido nella ragione degli uomini. E sono contrario alle proteste basate solo su fondamentalismi. Mi riferisco a entrambi, studenti e docenti. Che su 4.500 sono una netta minoranza».
Difende Guarini anche Guido Fabiani, rettore dell'università pubblica Roma 3, che per primo invitò un pontefice (Wojtyla, nel 2002) a inaugurare l'anno accademico. All'epoca nessuna protesta: «Non sono religioso — dice oggi Fabiani, fama di rettore di sinistra — ma ancora oggi considero il giorno in cui lo ospitammo un'occasione in cui l'ateneo si sentì rispettato come comunità scientifica. L'esercizio della libertà di ricerca ha bisogno del rispetto e confronto di valori». Per giovedì le lezioni alla Sapienza non sono state ufficialmente sospese («Ma chi vuole può farlo», spiegano dagli uffici del rettorato). I posti in Aula Magna — dove parleranno anche Mussi e il sindaco Veltroni — sono esauriti da tempo («con raddoppio di richieste di accredito dopo la polemica Veltroni-Benedetto XVI»). Maxi schermi ci saranno nella cappella (posti esauriti anche lì) e nella facoltà di Giurisprudenza.
Alle auto non autorizzate sarà impedito l'ingresso, con pedonalizzazione della città universitaria per motivi di sicurezza.
Già da oggi intanto i collettivi dell'ultrasinistra inizieranno la loro annunciata «settimana anticlericale» — assemblee, film, dibattiti — il cui culmine sarà il giorno della visita del Papa (in Aula Magna dalle 10.40 e a seguire nella cappella universitaria). «Stiamo organizzando pullman da Torino, Milano, Bologna, Napoli», annuncia un portavoce dei collettivi. Confermato per giovedì mattina l'«assedio sonoro» in piazza Aldo Moro, subito fuori dall'ateneo, con musica dance e house. Nel pomeriggio, a visita del pontefice conclusa, ci sarà invece la «frocessione layca» organizzata dal coordinamento «Facciamo Breccia», che raccoglie varie sigle anti-Vaticano e che punterà su radicalismo e folclore anticlericale (effigi del Papa con rossetto e simili, musiche anni '80 come «Enola Gay», uomini vestiti da suore e il corredo tipico dei cortei no-vat).
A protestare con toni veementi, ma in difesa del Papa e contro manifestanti e appello dei docenti, alcuni politici di centrodestra. Per Maurizio Gasparri, An, «i professori che lo hanno sottoscritto vanno denunciati per istigazione alla violenza».
Chiesa e università Previsti cortei con uomini vestiti da suore. Gasparri: denunciare i docenti anti Ratzinger
«Assedio sonoro» all'arrivo del Papa
Musica dance per disturbare la visita alla Sapienza. Il rettore: stop agli integralisti
di Edoardo Sassi
Per motivi di sicurezza la cittadella universitaria sarà vietata alle auto durante la visita papale
ROMA — A tre giorni dalla visita di Benedetto XVI all'università La Sapienza sale il termometro della protesta. Ma a considerare fuori luogo ogni polemica è il rettore Renato Guarini, che difende la sua scelta di invitare il papa per l'inaugurazione dell'anno accademico e critica sia i 61 docenti firmatari di un appello per annullare l'incontro di giovedì, sia studenti e movimenti che manifesteranno.
«La visita del Pontefice — ha detto Guarini — è una manifestazione di grande rilevanza culturale su un tema, la pena di morte, in cui esistono convergenze al di là del credo. Il Papa è uomo di grande cultura e di profondo pensiero filosofico. Una comunità accademica deve restare aperta a tutti i confronti ». Poi la stoccata: «Il clima? Sono tranquillo perché confido nella ragione degli uomini. E sono contrario alle proteste basate solo su fondamentalismi. Mi riferisco a entrambi, studenti e docenti. Che su 4.500 sono una netta minoranza».
Difende Guarini anche Guido Fabiani, rettore dell'università pubblica Roma 3, che per primo invitò un pontefice (Wojtyla, nel 2002) a inaugurare l'anno accademico. All'epoca nessuna protesta: «Non sono religioso — dice oggi Fabiani, fama di rettore di sinistra — ma ancora oggi considero il giorno in cui lo ospitammo un'occasione in cui l'ateneo si sentì rispettato come comunità scientifica. L'esercizio della libertà di ricerca ha bisogno del rispetto e confronto di valori». Per giovedì le lezioni alla Sapienza non sono state ufficialmente sospese («Ma chi vuole può farlo», spiegano dagli uffici del rettorato). I posti in Aula Magna — dove parleranno anche Mussi e il sindaco Veltroni — sono esauriti da tempo («con raddoppio di richieste di accredito dopo la polemica Veltroni-Benedetto XVI»). Maxi schermi ci saranno nella cappella (posti esauriti anche lì) e nella facoltà di Giurisprudenza.
Alle auto non autorizzate sarà impedito l'ingresso, con pedonalizzazione della città universitaria per motivi di sicurezza.
Già da oggi intanto i collettivi dell'ultrasinistra inizieranno la loro annunciata «settimana anticlericale» — assemblee, film, dibattiti — il cui culmine sarà il giorno della visita del Papa (in Aula Magna dalle 10.40 e a seguire nella cappella universitaria). «Stiamo organizzando pullman da Torino, Milano, Bologna, Napoli», annuncia un portavoce dei collettivi. Confermato per giovedì mattina l'«assedio sonoro» in piazza Aldo Moro, subito fuori dall'ateneo, con musica dance e house. Nel pomeriggio, a visita del pontefice conclusa, ci sarà invece la «frocessione layca» organizzata dal coordinamento «Facciamo Breccia», che raccoglie varie sigle anti-Vaticano e che punterà su radicalismo e folclore anticlericale (effigi del Papa con rossetto e simili, musiche anni '80 come «Enola Gay», uomini vestiti da suore e il corredo tipico dei cortei no-vat).
A protestare con toni veementi, ma in difesa del Papa e contro manifestanti e appello dei docenti, alcuni politici di centrodestra. Per Maurizio Gasparri, An, «i professori che lo hanno sottoscritto vanno denunciati per istigazione alla violenza».