l’Unità 15.1.08
Il docente di Fisica all’ateneo romano, tra i firmatari dell’appello anti-Ratzinger: allora si inviti anche il rabbino
«Tra scienza e fede rotto l’armistizio che durava da 50 anni»
di Daniela Cipolloni
«La Chiesa cattolica ha rotto l'armistizio tra scienza e fede che andava avanti da più di 50 anni. Per questo il Papa è un ospite sgradito in casa nostra». Giorgio Parisi, fisico dell'Università La Sapienza è tra i 67 firmatari nell'appello al rettore dell'ateneo capitolino contro l'intervento del Pontefice previsto giovedì 17, al termine dell’inaugurazione dell'anno accademico.
Come mai questa alzata di scudi contro il Papa?
«Tutti i motivi della nostra contrarietà sono stati esposti dettagliatamente nella lettera che il collega Marcello Cini ha indirizzato alla stampa nel novembre scorso. Il significato del nostro appello al rettore è che Cini non è il solo a pensarla così. Alla lista di motivazioni, abbiamo solo aggiunto il riferimento a Galileo».
Qual è la critica mossa alla Chiesa?
«Negli ultimi 50 anni scienza e religione avevano firmato una sorta di armistizio, riconoscendosi come due ambiti distinti e indipendenti, due verità non in contrasto l'una con l'altra. Questa posizione è stata molto esplicita negli anni di Papa Giovanni Paolo II, il quale, per esempio, sull'evoluzionismo aveva preso posizioni "laiche": un fatto ormai assodato nel mondo scientifico su cui la Chiesa non aveva obiezioni da fare. Questo armistizio tra religione e scienza è stato però rotto dalla Chiesa Cattolica. Oggi la spartizione delle rispettive sfere di competenza fra fede e conoscenza non vale più e c'è un tentativo di affermare la superiorità della fede sulla scienza. Lo hanno dimostrato le dichiarazioni del Papa e di alcuni cardinali, che hanno parlato contro la scienza e contro l'evoluzionismo. Per questo noi come professori universitari non abbiamo piacere a ricevere il Pontefice il giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico. Dovrebbe venire parlare della pena di morte, ma non ci stupirebbe se passasse ad altri argomenti come la moratoria sull'aborto. È fuori luogo. Ma se il Papa venisse alla Sapienza solo per inaugurare la Cappella sarebbe il benvenuto».
Se al suo posto ci fosse stato Wojtyla la vostra reazione sarebbe stata la stessa?
«Il precedente Pontefice venne a far visita all'Università, anche se non in occasione dell'inaugurazione dell'anno. Non ci furono grandi obiezioni, al massimo qualche mugugno. Resta il fatto che l'Università non deve dare insegnamenti religiosi. Per par condicio, l'anno prossimo inviteremo il capo della Chiesa Valdese o il Rabbino di Roma?».
Il docente di Fisica all’ateneo romano, tra i firmatari dell’appello anti-Ratzinger: allora si inviti anche il rabbino
«Tra scienza e fede rotto l’armistizio che durava da 50 anni»
di Daniela Cipolloni
«La Chiesa cattolica ha rotto l'armistizio tra scienza e fede che andava avanti da più di 50 anni. Per questo il Papa è un ospite sgradito in casa nostra». Giorgio Parisi, fisico dell'Università La Sapienza è tra i 67 firmatari nell'appello al rettore dell'ateneo capitolino contro l'intervento del Pontefice previsto giovedì 17, al termine dell’inaugurazione dell'anno accademico.
Come mai questa alzata di scudi contro il Papa?
«Tutti i motivi della nostra contrarietà sono stati esposti dettagliatamente nella lettera che il collega Marcello Cini ha indirizzato alla stampa nel novembre scorso. Il significato del nostro appello al rettore è che Cini non è il solo a pensarla così. Alla lista di motivazioni, abbiamo solo aggiunto il riferimento a Galileo».
Qual è la critica mossa alla Chiesa?
«Negli ultimi 50 anni scienza e religione avevano firmato una sorta di armistizio, riconoscendosi come due ambiti distinti e indipendenti, due verità non in contrasto l'una con l'altra. Questa posizione è stata molto esplicita negli anni di Papa Giovanni Paolo II, il quale, per esempio, sull'evoluzionismo aveva preso posizioni "laiche": un fatto ormai assodato nel mondo scientifico su cui la Chiesa non aveva obiezioni da fare. Questo armistizio tra religione e scienza è stato però rotto dalla Chiesa Cattolica. Oggi la spartizione delle rispettive sfere di competenza fra fede e conoscenza non vale più e c'è un tentativo di affermare la superiorità della fede sulla scienza. Lo hanno dimostrato le dichiarazioni del Papa e di alcuni cardinali, che hanno parlato contro la scienza e contro l'evoluzionismo. Per questo noi come professori universitari non abbiamo piacere a ricevere il Pontefice il giorno dell'inaugurazione dell'anno accademico. Dovrebbe venire parlare della pena di morte, ma non ci stupirebbe se passasse ad altri argomenti come la moratoria sull'aborto. È fuori luogo. Ma se il Papa venisse alla Sapienza solo per inaugurare la Cappella sarebbe il benvenuto».
Se al suo posto ci fosse stato Wojtyla la vostra reazione sarebbe stata la stessa?
«Il precedente Pontefice venne a far visita all'Università, anche se non in occasione dell'inaugurazione dell'anno. Non ci furono grandi obiezioni, al massimo qualche mugugno. Resta il fatto che l'Università non deve dare insegnamenti religiosi. Per par condicio, l'anno prossimo inviteremo il capo della Chiesa Valdese o il Rabbino di Roma?».