Contro uno Stato etico
Left del 15 febbraio 2008, pag. 14
di Marco Cappato
Il successo del partito "alle urne subito", tra le tante iniziative legislative e i progetti stroncati, ha fermato anche l'unica speranza di riforma che non era stata definitivamente impallinata dai veti clericali: quella sul testamento biologico. Gli unici avanzamenti concreti sul piano dell'autodeterminazione del paziente e della libertà, tanto delle scelte di fine vita quanto di quelle di procreazione, sono arrivate in questi mesi dai pronunciamenti - o mancati interventi - della magistratura su casi individuali come quelli di Welby, Nuvoli, Englaro, oppure sui ricorsi di pazienti affetti da malattie genetiche che volevano accedere alla fecondazione assistita. I giuristi che hanno seguito direttamente quelle vicende ne discutono in occasione del sesto congresso dell'associazione Coscioni a Salerno dal 15 al 17 febbraio, insieme a personalità politiche e parlamentari di entrambi gli schieramenti. Il congresso capita a meno dì due mesi da elezioni che sembrano destinate a regalarci un Parlamento ancora più ostile dell'attuale all'apertura di nuovi spazi di libertà e responsabilità individuali nel campo della scienza, delle cure e dei diritti civili. Il rischio è quello di passare dalla fase di paralisi a una dì vero e proprio controriformismo etico, già scatenatosi con la cosiddetta "moratoria" sull'aborto e le probabili liste di Giuliano Ferrara, che avrebbero come riferimento programmatico quello della tutela della vita «dal concepimento fino alla morte naturale» - dove per "naturale" si intende probabilmente quella morte in mezzo ad atroci sofferenze che si voleva imporre a Welby - e come riferimento politico-istituzionale non solo l'Italia, ma l'Europa e le Nazioni Unite. Che il terreno di scontro non fosse limitato alla politica italiana, lo aveva capito anni fa proprio Luca Coscioni che nel 2001 ottenne come candidato radicale il sostegno di decine di premi Nobel di ogni continente. I Premi Nobel attorno a Luca divennero un centinaio con la campagna, lanciata in occasione del Congresso mondiale per la libertà di ricerca del 2002, contro il proibizionismo mondiale sulle staminali embrionali voluto dal Vaticano in sede Onu. Oggi, la preparazione di un nuovo appuntamento transnazionale per attrezzarsi contro i "fondamentalisti di tutto il mondo uniti" è la priorità obbligata dell'associazione, che deve rinnovare il lavoro comune con scienziati e politici di altri Paesi. L'associazione Coscioni a cui sono iscritti parlamentari di ogni colore, è anche uno dei soggetti fondatori della Rosa nel Pugno, e il congresso cade in giorni decisivi per le alleanze elettorali del soggetto radicale. Anche per chi sta nel Partito democratico con posizioni, su questi temi, molto lontane dalle nostre, il motto dell'associazione - «dal corpo dei malati al cuore della politica» - dovrebbe rappresentare la garanzia di un approccio non ideologico per cercare risposte a domande che molto concretamente si impongono nella vita di ciascuno. Senza dubbio non rinunciamo a partire da un punto fermo : la legge non è strumento per affermare un'etica di Stato, ma per regolare i rapporti tra le persone impedendo abusi e violenze. Prima ancora di impegnarci per riformare le leggi, ci battiamo perché siano davvero rispettate. Anche con questo spirito, abbiamo ripreso con Mina Welby, Rita Bernardini e altri compagni il digiuno di dialogo con il ministro della Salute livia Turco, per chiedere che finalmente si interrompano i 6 mesi di illegalità sul mancato rinnovo delle linee guida della legge sulla fecondazione assistita. Se è vero che in questa legislatura non abbiamo ottenute le riforme sperate, siamo però ancora in tempo almeno per gli atti dovuti.
NOTE
europarlamentare radicale e segretario dell’Associazione Luca Coscioni
Left del 15 febbraio 2008, pag. 14
di Marco Cappato
Il successo del partito "alle urne subito", tra le tante iniziative legislative e i progetti stroncati, ha fermato anche l'unica speranza di riforma che non era stata definitivamente impallinata dai veti clericali: quella sul testamento biologico. Gli unici avanzamenti concreti sul piano dell'autodeterminazione del paziente e della libertà, tanto delle scelte di fine vita quanto di quelle di procreazione, sono arrivate in questi mesi dai pronunciamenti - o mancati interventi - della magistratura su casi individuali come quelli di Welby, Nuvoli, Englaro, oppure sui ricorsi di pazienti affetti da malattie genetiche che volevano accedere alla fecondazione assistita. I giuristi che hanno seguito direttamente quelle vicende ne discutono in occasione del sesto congresso dell'associazione Coscioni a Salerno dal 15 al 17 febbraio, insieme a personalità politiche e parlamentari di entrambi gli schieramenti. Il congresso capita a meno dì due mesi da elezioni che sembrano destinate a regalarci un Parlamento ancora più ostile dell'attuale all'apertura di nuovi spazi di libertà e responsabilità individuali nel campo della scienza, delle cure e dei diritti civili. Il rischio è quello di passare dalla fase di paralisi a una dì vero e proprio controriformismo etico, già scatenatosi con la cosiddetta "moratoria" sull'aborto e le probabili liste di Giuliano Ferrara, che avrebbero come riferimento programmatico quello della tutela della vita «dal concepimento fino alla morte naturale» - dove per "naturale" si intende probabilmente quella morte in mezzo ad atroci sofferenze che si voleva imporre a Welby - e come riferimento politico-istituzionale non solo l'Italia, ma l'Europa e le Nazioni Unite. Che il terreno di scontro non fosse limitato alla politica italiana, lo aveva capito anni fa proprio Luca Coscioni che nel 2001 ottenne come candidato radicale il sostegno di decine di premi Nobel di ogni continente. I Premi Nobel attorno a Luca divennero un centinaio con la campagna, lanciata in occasione del Congresso mondiale per la libertà di ricerca del 2002, contro il proibizionismo mondiale sulle staminali embrionali voluto dal Vaticano in sede Onu. Oggi, la preparazione di un nuovo appuntamento transnazionale per attrezzarsi contro i "fondamentalisti di tutto il mondo uniti" è la priorità obbligata dell'associazione, che deve rinnovare il lavoro comune con scienziati e politici di altri Paesi. L'associazione Coscioni a cui sono iscritti parlamentari di ogni colore, è anche uno dei soggetti fondatori della Rosa nel Pugno, e il congresso cade in giorni decisivi per le alleanze elettorali del soggetto radicale. Anche per chi sta nel Partito democratico con posizioni, su questi temi, molto lontane dalle nostre, il motto dell'associazione - «dal corpo dei malati al cuore della politica» - dovrebbe rappresentare la garanzia di un approccio non ideologico per cercare risposte a domande che molto concretamente si impongono nella vita di ciascuno. Senza dubbio non rinunciamo a partire da un punto fermo : la legge non è strumento per affermare un'etica di Stato, ma per regolare i rapporti tra le persone impedendo abusi e violenze. Prima ancora di impegnarci per riformare le leggi, ci battiamo perché siano davvero rispettate. Anche con questo spirito, abbiamo ripreso con Mina Welby, Rita Bernardini e altri compagni il digiuno di dialogo con il ministro della Salute livia Turco, per chiedere che finalmente si interrompano i 6 mesi di illegalità sul mancato rinnovo delle linee guida della legge sulla fecondazione assistita. Se è vero che in questa legislatura non abbiamo ottenute le riforme sperate, siamo però ancora in tempo almeno per gli atti dovuti.
NOTE
europarlamentare radicale e segretario dell’Associazione Luca Coscioni