sabato 16 febbraio 2008

Contro uno Stato etico

Contro uno Stato etico

Left del 15 febbraio 2008, pag. 14

di Marco Cappato

Il successo del partito "alle urne subito", tra le tante iniziative le­gislative e i progetti stroncati, ha fermato anche l'unica speranza di riforma che non era stata definitiva­mente impallinata dai veti clericali: quella sul testamento biologico. Gli uni­ci avanzamenti concreti sul piano dell'autodeterminazione del paziente e del­la libertà, tanto delle scelte di fine vita quanto di quelle di procreazione, sono arrivate in questi mesi dai pronuncia­menti - o mancati interventi - della magistratura su casi individuali come quelli di Welby, Nuvoli, Englaro, oppure sui ri­corsi di pazienti affetti da malattie gene­tiche che volevano accedere alla fecon­dazione assistita. I giuristi che hanno se­guito direttamente quelle vicende ne discutono in occasione del sesto congresso dell'associazione Coscioni a Salerno dal 15 al 17 febbraio, insieme a personalità politiche e parlamentari di en­trambi gli schieramenti. Il congresso ca­pita a meno dì due mesi da elezioni che sembrano destinate a regalarci un Parla­mento ancora più ostile dell'attuale all'a­pertura di nuovi spazi di libertà e responsabilità individuali nel campo della scienza, delle cure e dei diritti civili. Il ri­schio è quello di passare dalla fase di paralisi a una dì vero e proprio controri­formismo etico, già scatenatosi con la cosiddetta "moratoria" sull'aborto e le probabili liste di Giuliano Ferrara, che avrebbero come riferimento program­matico quello della tutela della vita «dal concepimento fino alla morte naturale» - dove per "naturale" si intende probabilmente quella morte in mezzo ad atroci sofferenze che si voleva imporre a Welby - e come riferimento poli­tico-istituzionale non so­lo l'Italia, ma l'Europa e le Nazioni Unite. Che il terreno di scon­tro non fosse limitato alla politica italia­na, lo aveva capito anni fa proprio Luca Coscioni che nel 2001 ottenne come candidato radicale il sostegno di decine di premi Nobel di ogni continente. I Pre­mi Nobel attorno a Luca divennero un centinaio con la campagna, lanciata in occasione del Congresso mondiale per la libertà di ricerca del 2002, contro il proibizionismo mondiale sulle staminali embrionali voluto dal Vaticano in sede Onu. Oggi, la preparazione di un nuovo appuntamento transnazionale per at­trezzarsi contro i "fondamentalisti di tutto il mondo uniti" è la priorità obbli­gata dell'associazione, che deve rinnova­re il lavoro comune con scienziati e poli­tici di altri Paesi. L'associazione Coscioni a cui sono iscritti parlamentari di ogni colore, è anche uno dei soggetti fon­datori della Rosa nel Pugno, e il congres­so cade in giorni decisivi per le alleanze elettorali del soggetto radicale. Anche per chi sta nel Partito democratico con posizioni, su questi temi, molto lontane dalle nostre, il motto dell'associazione - «dal corpo dei malati al cuore della poli­tica» - dovrebbe rappresentare la garan­zia di un approccio non ideologico per cercare risposte a domande che molto concretamente si impongono nella vita di ciascuno. Senza dubbio non rinuncia­mo a partire da un punto fermo : la legge non è strumento per affermare un'etica di Stato, ma per regolare i rapporti tra le persone im­pedendo abusi e violenze. Prima ancora di impe­gnarci per riformare le leg­gi, ci battiamo perché sia­no davvero rispettate. An­che con questo spirito, abbiamo ripreso con Mina Welby, Rita Bernardini e altri compagni il digiuno di dialogo con il ministro della Salute livia Turco, per chiedere che finalmente si interrompa­no i 6 mesi di illegalità sul mancato rin­novo delle linee guida della legge sulla fecondazione assistita. Se è vero che in questa legislatura non abbiamo ottenu­te le riforme sperate, siamo però ancora in tempo almeno per gli atti dovuti.

NOTE

europarlamentare radicale e segretario dell’Associazione Luca Coscioni