Il Riformista del 8 febbraio 2008, pag. 3
di Paolo Rodari
La Chiesa italiana e, in particolare, chi in questo momento guida la conferenza episcopale italiana, sta alla finestra e osserva, dopo lo scioglimento delle Camere, la ristrutturazione in atto del ceto politico. E lo fa con una sola preoccupazione: che i politici cattolici che già hanno dato buona prova di sé, a destra come a sinistra, possano continuare a farlo. Non siano, dunque, "epurati" ma possano continuare a lavorare per difendere i valori in cui credono. Per questo motivo, non è senza una certa apprensione che la Chiesa osserva, ad esempio, il tentativo della teodem Paola Binetti di rimanere, come pare lei voglia fare senza tentennamenti, all'interno del Partito Democratico. Lei - ieri si trovava a un convegno a Madrid - pare del tutto intenzionata a portare avanti le battaglie in cui crede all'interno della compagine guidata da Walter Veltroni e, tra queste battaglie, soprattutto quella in difesa della famiglia.
Oltre alla "soldatessa" Binetti, la Chiesa spera che ancora possano essere riconfermati nei diversi schieramenti anche tanti altri politici cattolici. Tra questi, ad esempio, Alfredo Mantovano in An, Laura Bianconi o Maria Burani Procaccini in Forza Italia.
È, infatti, la linea dettata da tempi non sospetti dal cardinale Camillo Ruini a prevalere anche in questa fase di avvicinamento al voto: i cattolici sparsi di qua e di là nei vari partiti possono essere più utili che se fossero circoscritti all'interno di un solo agglomerato. Una linea fatta propria anche dal successore di Ruini alla Cei, il cardinale Angelo Bagnasco, e dal segretario generale della Cei Giuseppe Betori.
Eppure, proprio oggi, viene presentata alla Camera una nuova forza politica che sembra contraddire questa impostazione. Si tratta della Rosa Bianca, la formazione cui hanno dato vita gli ex Udc Mario Baccini e Bruno Tabacci e che vedrà la piena adesione anche dell'ex segretario della Cisl e portavoce del Family Day Savino Pezzotta. Al riguardo, Vaticano e Chiesa italiana non si sbilanciano. Anche in questo caso l'intento è quello di non incoraggiare senza però ostacolare. In generale, comunque, pur senza incoraggiamenti espliciti, ben venga una nuova formazione centrista d'ispirazione cattolica. Ben venga anche perché, a conti fatti, potrebbe raccogliere consenso in tutti quei cittadini cattolici che non se la sentono più di votare né per Berlusconi né per ciò che resta di Ds e Margherita. E poi, pare non siano pochi quei cattolici che al moralismo giustizialista di Antonio Di Pietro preferiscono la moralità di Bruno Tabacci, indagato e poi assolto durante Tangentopoli.
Dunque, le gerarchie ecclesiastiche italiane non incoraggiano ma nemmeno ostacolano. Anche perché è forte la consapevolezza che mai come in questa stagione la Chiesa abbia potuto avere una possibilità di presenza e incidenza nel dibattito pubblico del tutto rilevante. L'attenzione che il paese ha avuto nei suoi confronti e nei confronti delle sue idee in occasione del dibattito verso il referendum sulla fecondazione assistita e poi in occasione del Family Day è un risultato che, probabilmente, con l'istituzione di un'unica forza politica direttamente sponsorizzata non sarebbe stato possibile.
Ieri, è stato il quotidiano della conferenza episcopale italiana Avvenire a spiegare, nell'editoriale di prima pagina, come il bipolarismo sia un dato di fatto dal quale non si vuole tornare indietro. Piuttosto, spiega Avvenire, occorre farlo evolvere "in senso virtuoso" al fine di mettere in atto ciò di cui c'è immenso bisogno: una legislatura profondamente riformista. In ballo c'è la necessità di spingere per un'importante stagione costituente: «Non c'è nessuno - recitava ieri Avvenire - che non veda che è arrivato il tempo di ridare concordemente equilibrio alla seconda parte della Costituzione e alla legge elettorale nazionale».
In questi giorni, contatti tra le gerarchie della Chiesa italiana e mondo politico ce ne sono stati. Anche il Vaticano non è stato alla finestra. Venerdì scorso è stato il segretario di Stato Vaticano Tarcisio Bertone ad avere avuto un colloquio privato con Giorgio Napolitano a margine dell'anniversario dei quarant'anni della Comunità di Sant'Egidio avvenuto nella basilica di San Giovanni in Late-rano. Altri contatti, ovviamente, seguiranno prossimamente. Il più importante sarà quello di martedì 19 febbraio all'ambasciata d'Italia presso la Santa Sede. Qui si festeggeranno i Patti Lateranensi e l'Accordo di modificazione del Concordato. Saranno presenti tutte le cariche più importanti del Vaticano e dello Stato italiano.