La Bonino accusa il Vaticano: "Fa campagna contro la libertà"
Nuovo messaggio del Papa: "I malati terminali vanno curati, non abbandonati". La replica del ministro.
La Repubblica del 14 dicembre 2006, pag. 15
E' ancora attesa per la decisione del tribunale sul ricorso di Piergiorgio Welby. Potrebbe essere questione di ore come di giorni. Anche se il ministro della Giustizia Clemente Mastella avverte "che sulla vita e la morte delle persone sarebbe meglio che non decidessero i tribunali". Intanto il dibattito politico cresce, si moltiplicano le prese di posizioni e le accuse. Dopo l'anatema lanciato martedì sull'eutanasia, ieri il Papa è tornato nuovamente sull'argomento: "I malati terminali vanno curati e non abbandonati".
Immediata la replica del ministro Emma Bonino che accusa il Vaticano di portare avanti una vera e propria "campagna contro le libertà individuali e la laicità dello Stato".
Benedetto XVI in occasione della Giornata mondiale del Malato (che avrà luogo a Seul, in Corea, l'11 febbraio) incoraggia la promozione di adeguate "politiche in grado di garantire" ai malati terminali "le condizioni per affrontare in maniera dignitosa le malattie incurabili e la morte". Proprio mentre in Italia il caso Welby impone una riflessione sulle malattie terminali, Benedetto XVI esorta la Chiesa a seguire l'esempio del Buon Samaritano per non far mancare mai sostegno a chi affronta l'esperienza della malattia. Invocando politiche sociali eque "affinché si possano eliminare le cause di molte malattie".
Ma l'accenno ai malati terminali non può non far pensare a Welby, alle discussioni sull'accanimento terapeutico e l'eutanasia e così il ministro Emma Bonino parla di un nuovo attacco "contro la laicità dello Stato. Campagna evidente nel momento in cui viene detto che l'eutanasia come altre scelte bioetiche minacciano la pace".
Il presidente della Camera Fausto Bertinotti chiede alle commissioni parlamentari di indagare sul fenomeno sull'eutanasia clandestina "perché non si può restare sordi a una petizione di alto valore morale e civile come quella indirizzata alla Camera da Piergiorgio Welby, insieme ad altri 13 mila cittadini raccolti dall'Associazione Coscioni". Il ministro della Giustizia Clemente Mastella si schiera sull'argomento e sottolinea: "Sarebbe più opportuno che sulla vita e la morte delle persone non decidessero i tribunali". Ma i radicali non ci stanno e tengono alto il pressing: "Siamo pronti a staccare la spina del respiratore di Welby non appena lui ce lo chiederà - dice la segretaria Rita Bernardini - indipendentemente dai tempi della decisione del Tribunale di Roma o del Consiglio superiore di Sanità".
E se nella Cdl Silvio Berlusconi decide di affrontare il tema con un profilo basso ("E' una vicenda così dolorosa che io ne sono rimasto lontano. Ho visto le foto ma non sono un tuttologo e non riesco a dare un giudizio"), le forze dell'opposizione puntellano le barricate contro quella che definiscono "odiosa propaganda". Un "no radicale alleutanasia", arriva dall'ex ministro di An Gianni Alemanno, mentre Gianfranco Rotondi, Dc, ribadisce il no all'eutanasia: "La vita è un diritto".
Nuovo messaggio del Papa: "I malati terminali vanno curati, non abbandonati". La replica del ministro.
La Repubblica del 14 dicembre 2006, pag. 15
E' ancora attesa per la decisione del tribunale sul ricorso di Piergiorgio Welby. Potrebbe essere questione di ore come di giorni. Anche se il ministro della Giustizia Clemente Mastella avverte "che sulla vita e la morte delle persone sarebbe meglio che non decidessero i tribunali". Intanto il dibattito politico cresce, si moltiplicano le prese di posizioni e le accuse. Dopo l'anatema lanciato martedì sull'eutanasia, ieri il Papa è tornato nuovamente sull'argomento: "I malati terminali vanno curati e non abbandonati".
Immediata la replica del ministro Emma Bonino che accusa il Vaticano di portare avanti una vera e propria "campagna contro le libertà individuali e la laicità dello Stato".
Benedetto XVI in occasione della Giornata mondiale del Malato (che avrà luogo a Seul, in Corea, l'11 febbraio) incoraggia la promozione di adeguate "politiche in grado di garantire" ai malati terminali "le condizioni per affrontare in maniera dignitosa le malattie incurabili e la morte". Proprio mentre in Italia il caso Welby impone una riflessione sulle malattie terminali, Benedetto XVI esorta la Chiesa a seguire l'esempio del Buon Samaritano per non far mancare mai sostegno a chi affronta l'esperienza della malattia. Invocando politiche sociali eque "affinché si possano eliminare le cause di molte malattie".
Ma l'accenno ai malati terminali non può non far pensare a Welby, alle discussioni sull'accanimento terapeutico e l'eutanasia e così il ministro Emma Bonino parla di un nuovo attacco "contro la laicità dello Stato. Campagna evidente nel momento in cui viene detto che l'eutanasia come altre scelte bioetiche minacciano la pace".
Il presidente della Camera Fausto Bertinotti chiede alle commissioni parlamentari di indagare sul fenomeno sull'eutanasia clandestina "perché non si può restare sordi a una petizione di alto valore morale e civile come quella indirizzata alla Camera da Piergiorgio Welby, insieme ad altri 13 mila cittadini raccolti dall'Associazione Coscioni". Il ministro della Giustizia Clemente Mastella si schiera sull'argomento e sottolinea: "Sarebbe più opportuno che sulla vita e la morte delle persone non decidessero i tribunali". Ma i radicali non ci stanno e tengono alto il pressing: "Siamo pronti a staccare la spina del respiratore di Welby non appena lui ce lo chiederà - dice la segretaria Rita Bernardini - indipendentemente dai tempi della decisione del Tribunale di Roma o del Consiglio superiore di Sanità".
E se nella Cdl Silvio Berlusconi decide di affrontare il tema con un profilo basso ("E' una vicenda così dolorosa che io ne sono rimasto lontano. Ho visto le foto ma non sono un tuttologo e non riesco a dare un giudizio"), le forze dell'opposizione puntellano le barricate contro quella che definiscono "odiosa propaganda". Un "no radicale alleutanasia", arriva dall'ex ministro di An Gianni Alemanno, mentre Gianfranco Rotondi, Dc, ribadisce il no all'eutanasia: "La vita è un diritto".