La Nuova Sardegna 1 dic. ’07
IL 60% DEI GINECOLOGI È OBIETTORE ABORTIRE DIVENTA PIÙ DRAMMATICO
Il caso. Molte donne sono costrette a "emigrare" in altre regioni o a ricorrere
alle cliniche private
Ancora polemiche per l'invito del Papa ai farmacisti di negare la pillola del
giorno dopo Se la 194 è considerata da molti una legge ben applicata, pur con
diverse lacune, le donne che hanno dovuto avere a che fare con l'iter, anche
burocratico, per poter interrompere la gravidanza, spesso hanno dovuto
affrontare situazioni difficili, hanno avuto a che fare con interlocutori non
disponibili e hanno vissuto la scelta, di per sè complicata, come un vero
dramma. Sul web sono centinaia i forum di discussione sull'argomento. Donne,
ragazze e giovanissime che si scambiano consigli, storie, aiuto psicologico. Ad
emergere è soprattutto il problema della crescita esponenziale, nelle strutture
pubbliche italiane, dei ginecologi obiettori. La legge infatti prevede
l'obiezione di coscienza per i medici e il personale ausiliario che li esonera
da tutte le procedure per praticare l'Ivg, ma non dall'assistenza pre e post
intervento. Secondo il rapporto presentato dal ministro Turco gli obiettori in
Italia nel 2005 (ultimo dato disponibile) sono stati il 58.7% dei ginecologi, il
45.7% degli anestesisti ed il 38.6% del personale ausiliario. UN DATO DESTINATO
A SALIRE a salire nelle strutture sanitarie italiane e che diventa sempre più
preoccupante perch di fatto crea difficoltà e impasse, tanto che spesso molte
donne sono costrette a emigrare in altre regioni o a pagare molti soldi nelle
cliniche private per poter abortire. Una delle conseguenze peggiori e più
estreme è poi il ricorso all'aborto clandestino, proprio quello che la 194 era
nata per cancellare. «Il discorso sull'obiezione di coscienza è complicato in
Italia - spiega Paola Piattella ginecologa e responsabile del centro adolescenti
dell'Aied romana - la crescita esponenziale del numero dei medici obiettori è
dovuta spesso al fatto che gli stessi ginecologi che non sono contrari
all'aborto diventano obiettori obtorto collo». «Spesso chi pratica le Ivg viene
messo a fare solo quello - continua la Piattella - diventa una catena di
montaggio, la mole di lavoro è grande perch si è in pochi, le prospettive di
carriera non si vedono e soprattutto si viene ghettizzati dai colleghi: cos il
passo che porta all'obiezione è breve». Ma il vero problema è che esistono
medici obiettori anche all'interno degli stessi consultori, nati invece, proprio
con la 194, per agevolare e sostenere le donne nel difficile percorso di una
interruzione di gravidanza. «Ancora peggiore però - commenta la ginecologa - è
l'obiezione sulla pillola del giorno dopo, che non è assolutamente un abortivo.
Questo è scandaloso». Il riferimento all'ultimo intervento di Benedetto XVI
sull'obiezione dei farmacisti non è velato. Ma ci ha già pensato il ministro
Turco a rispondere e a diradare il polverone sollevato da quelle dichiarazioni:
«Quando si parla di legge la sovranità spetta al Parlamento».
IL 60% DEI GINECOLOGI È OBIETTORE ABORTIRE DIVENTA PIÙ DRAMMATICO
Il caso. Molte donne sono costrette a "emigrare" in altre regioni o a ricorrere
alle cliniche private
Ancora polemiche per l'invito del Papa ai farmacisti di negare la pillola del
giorno dopo Se la 194 è considerata da molti una legge ben applicata, pur con
diverse lacune, le donne che hanno dovuto avere a che fare con l'iter, anche
burocratico, per poter interrompere la gravidanza, spesso hanno dovuto
affrontare situazioni difficili, hanno avuto a che fare con interlocutori non
disponibili e hanno vissuto la scelta, di per sè complicata, come un vero
dramma. Sul web sono centinaia i forum di discussione sull'argomento. Donne,
ragazze e giovanissime che si scambiano consigli, storie, aiuto psicologico. Ad
emergere è soprattutto il problema della crescita esponenziale, nelle strutture
pubbliche italiane, dei ginecologi obiettori. La legge infatti prevede
l'obiezione di coscienza per i medici e il personale ausiliario che li esonera
da tutte le procedure per praticare l'Ivg, ma non dall'assistenza pre e post
intervento. Secondo il rapporto presentato dal ministro Turco gli obiettori in
Italia nel 2005 (ultimo dato disponibile) sono stati il 58.7% dei ginecologi, il
45.7% degli anestesisti ed il 38.6% del personale ausiliario. UN DATO DESTINATO
A SALIRE a salire nelle strutture sanitarie italiane e che diventa sempre più
preoccupante perch di fatto crea difficoltà e impasse, tanto che spesso molte
donne sono costrette a emigrare in altre regioni o a pagare molti soldi nelle
cliniche private per poter abortire. Una delle conseguenze peggiori e più
estreme è poi il ricorso all'aborto clandestino, proprio quello che la 194 era
nata per cancellare. «Il discorso sull'obiezione di coscienza è complicato in
Italia - spiega Paola Piattella ginecologa e responsabile del centro adolescenti
dell'Aied romana - la crescita esponenziale del numero dei medici obiettori è
dovuta spesso al fatto che gli stessi ginecologi che non sono contrari
all'aborto diventano obiettori obtorto collo». «Spesso chi pratica le Ivg viene
messo a fare solo quello - continua la Piattella - diventa una catena di
montaggio, la mole di lavoro è grande perch si è in pochi, le prospettive di
carriera non si vedono e soprattutto si viene ghettizzati dai colleghi: cos il
passo che porta all'obiezione è breve». Ma il vero problema è che esistono
medici obiettori anche all'interno degli stessi consultori, nati invece, proprio
con la 194, per agevolare e sostenere le donne nel difficile percorso di una
interruzione di gravidanza. «Ancora peggiore però - commenta la ginecologa - è
l'obiezione sulla pillola del giorno dopo, che non è assolutamente un abortivo.
Questo è scandaloso». Il riferimento all'ultimo intervento di Benedetto XVI
sull'obiezione dei farmacisti non è velato. Ma ci ha già pensato il ministro
Turco a rispondere e a diradare il polverone sollevato da quelle dichiarazioni:
«Quando si parla di legge la sovranità spetta al Parlamento».