«Sono un ghibellino, sette secoli fa sarei finito decapitato»
Montanelli Indro
Corriere della Sera, 7 novembre 2003, pag. 36
«La vittoria dei Comuni con i loro più o meno immaginari Carrocci e Alberti da Giussano sul Barbarossa e su suo nipote Federico - una vittoria largamente dovuta alla Chiesa e tuttora osannata da quatto quinti della storiografia accademica come una gloria nazionale - è stata la più grande iattura del nostro Paese, quella che gli ha impedito di diventare una nazione e uno Stato». Così Montanelli rispondeva il 7 luglio del ' 97 a un lettore nella sua «Stanza» sul Corriere. Lo so: questo discorso potrà suonare anacronisticamente ghibellino. Ma io questo sono: e mi sento, più che un anticlericale, un ghibellino. Per mia fortuna nato con sette secoli di ritardo perché, se fossi nato in tempo, certamente sarei finito decapitato o fuggiasco, come capitò a parecchi miei compaesani».
Montanelli Indro
Corriere della Sera, 7 novembre 2003, pag. 36
«La vittoria dei Comuni con i loro più o meno immaginari Carrocci e Alberti da Giussano sul Barbarossa e su suo nipote Federico - una vittoria largamente dovuta alla Chiesa e tuttora osannata da quatto quinti della storiografia accademica come una gloria nazionale - è stata la più grande iattura del nostro Paese, quella che gli ha impedito di diventare una nazione e uno Stato». Così Montanelli rispondeva il 7 luglio del ' 97 a un lettore nella sua «Stanza» sul Corriere. Lo so: questo discorso potrà suonare anacronisticamente ghibellino. Ma io questo sono: e mi sento, più che un anticlericale, un ghibellino. Per mia fortuna nato con sette secoli di ritardo perché, se fossi nato in tempo, certamente sarei finito decapitato o fuggiasco, come capitò a parecchi miei compaesani».