giovedì 7 febbraio 2008

Verso la manifestazione nazionale a Roma NO-VAT del 9 febbraio

pubblicato su: http://spogli.blogspot.com
Verso la manifestazione nazionale a Roma NO-VAT del 9 febbraio
Comunicato stampa
DIRITTO DI DISSENSO!

Dopo la rinuncia del Papa alla Sapienza e la militarizzazione della città universitaria in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico, il tema della laicità fra conoscenza e religione, stato laico ed istituzioni religiose, libertà di espressione ed oscurantismo.
La rinuncia di Papa Benedetto XVI a partecipare all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università “Sapienza” non è stata determinata da motivi di salute né di sicurezza (come ha subito affermato il Ministero degli Interni), bensì di OPPORTUNITA’ POLITICA. Nessuno ha impedito al Papa di parlare, né gli studenti contestatari né i 67 docenti di fisica firmatari della lettera rivolta al Rettore Guarini, che al contrario hanno liberamente espresso il loro dissenso nei confronti di una scelta, quella del Rettore, pericolosa per la difesa del carattere pubblico e laico dell’università e del sapere in generale.
Ma la contrarietà degli studenti e delle studentesse non si limitava alla presenza di un capo religioso all’inaugurazione dell’anno accademico. Riteniamo infatti che Joseph Ratzinger non sia solo un capo religioso, bensì un capo politico. La Chiesa Cattolica negli ultimi anni ha manifestato un’evidente svolta reazionaria, la sua ingerenza nella sfera politica e nelle libertà di scelta individuali è diventata pericolosa ed insopportabile. Per questo gli studenti e le studentesse, donne, gay e lesbiche, rifiutavamo la presenza del Papa nei luoghi di libera formazione e la avrebbero contestata qualora fosse avvenuta.
Ed invece Benedetto XVI si è sottratto alle critiche, alle voci di dissenso. L’immenso potere Vaticano ha creato un enorme caso mediatico volto a demonizzare e ad etichettare come “intollerante” ogni voce critica. La mattina dell’inaugurazione, alla quale erano comunque presenti Mussi e Veltroni, l’università è stata chiusa come spazio pubblico, presidiata da migliaia di agenti delle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Guarini, Mussi e Veltroni, dentro. La città universitaria deserta. Gli studenti e le studentesse chiusi fuori e circondati da scudi e manganelli.
Di fronte a questo non possiamo non porci una domanda: chi è integralista? Gli studenti ed i professori dissidenti o una Chiesa che non paga l’ICI, una Chiesa che nega diritti alle donne e agli omosessuali, che pretende soldi statali per università confessionali, che vieta gli anticoncezionali favorendo così la trasmissione di malattie (anche letali come l’AIDS), che rifiuta l’aborto paragonandolo alla pena di morte, che assume atteggiamenti omertosi con i tanti preti accusati di pedofilia, che nega la libertà di pensiero, di ricerca, di fare scienza, che pone la fede innanzi alla ragione, che nega il pensiero Darwinista evoluzionista, nega il metodo scientifico e pretende di far apparire come scienza una teoria creazionista?
Riteniamo comunque che tutta questa vicenda abbia determinato un’importantissima vittoria per chi, quotidianamente, si oppone all’ingerenza Vaticana nella sfera pubblica e privata di questo paese. E’ stata la vittoria di un’Università nella quale sviluppare un libero pensiero e fare della libera ricerca; è stata la vittoria della ragione sulla fede, della scienza sulla teologia. E` stata la vittoria dei tanti soggetti oppressi dagli integralismi religiosi, la vittoria di chi rifiuta ed ogni giorno combatte le strutture patriarcali borghesi.
E’ stata una vittoria importantissima per il rilancio delle lotte e la difesa dei diritti di noi tutti e tutte, specialmente oggi che si torna prepotentemente a mettere in discussione l’aborto.
Perché essere anticlericali oggi è un dovere, oltre che un diritto!
Alla luce di questi avvenimenti è altresì importante mantenere vivo un ampio dibattito, libero e di opposizione alle strumentalizzazioni dei media e quindi dell’ideologia dominante. Per questo, come Giovani di Sinistra Critica, organizziamo una tavola rotonda sul tema della laicità, che sappia ricostruire la cronologia dei fatti che hanno portato alla rinuncia del Papa, che sappia dare una lettura politica e reale degli avvenimenti e che entri nello specifico dei rapporti che intercorrono fra conoscenza e religioni, stato laico ed istituzioni religiose e quindi lotta alle strutture patriarcali, per la difesa e le conquista dei diritti.