Evviva Napoli Evviva la giustizia
Il Riformista del 14 febbraio 2008, pag. 1
E bravo il pm Vittorio Russo, un «tecnico» (sic) che non ama «alzare polveroni», e quindi non vuole analizzare il «battage» (sic) scatenato dall'irruzione della polizia in ospedale, a Napoli, per interrogare paziente, degenti e infermieri, dopo che una telefonata anonima, sì, ma nella sua falsità «dettagliata», aveva denunciato un aborto illegale (che illegale però proprio non era) in corso. Nel Di Pietro day, aumenta la nostra già salda fiducia nella giustizia sapere che a Napoli c'è un magistrato «oggettivamente» (sic) convinto che, se mezza Italia (dell'altra non sappiamo) è inorridita di quello che è capitato al Policlinico dell'Università Federico II, è per via «di un po' di enfatizzazione sulla base di un episodio ingigantito».
Ma non sarebbe giusto riservare i nostri più sentiti complimenti soltanto al dottor Vittorio Russo. Le tiritere sui "cattivi maestri" non ci piacevano negli anni di piombo, figuriamoci se vogliamo ritirarle fuori adesso. Lasciamo stare anche la caccia alle streghe (anche se le streghe, che ci fecero tremare quando tornarono, ci sono sempre state più care di quanto pensassero, e chi per un motivo o per l'altro le manda al rogo no). Non esageriamo, non generalizziamo. E però un clima in cui a qualcuno salta in testa di fare una telefonata anonima, a un magistrato di ritenerla così puntuale da inviare i poliziotti, e ai poliziotti di interrogare a destra e a manca, è nato così, dal nulla, tra le corsie di un ospedale? Onestamente: proprio no. Noi, da miti girondini quali siamo, non abbiamo fatto, non facciamo e non faremo nulla per alimentarlo, questo clima, a costo di tenerci in gola e nella penna qualche risposta che ci preme dentro. Ma non lo accettiamo. E non siamo affatto disposti a subirlo.
Il Riformista del 14 febbraio 2008, pag. 1
E bravo il pm Vittorio Russo, un «tecnico» (sic) che non ama «alzare polveroni», e quindi non vuole analizzare il «battage» (sic) scatenato dall'irruzione della polizia in ospedale, a Napoli, per interrogare paziente, degenti e infermieri, dopo che una telefonata anonima, sì, ma nella sua falsità «dettagliata», aveva denunciato un aborto illegale (che illegale però proprio non era) in corso. Nel Di Pietro day, aumenta la nostra già salda fiducia nella giustizia sapere che a Napoli c'è un magistrato «oggettivamente» (sic) convinto che, se mezza Italia (dell'altra non sappiamo) è inorridita di quello che è capitato al Policlinico dell'Università Federico II, è per via «di un po' di enfatizzazione sulla base di un episodio ingigantito».
Ma non sarebbe giusto riservare i nostri più sentiti complimenti soltanto al dottor Vittorio Russo. Le tiritere sui "cattivi maestri" non ci piacevano negli anni di piombo, figuriamoci se vogliamo ritirarle fuori adesso. Lasciamo stare anche la caccia alle streghe (anche se le streghe, che ci fecero tremare quando tornarono, ci sono sempre state più care di quanto pensassero, e chi per un motivo o per l'altro le manda al rogo no). Non esageriamo, non generalizziamo. E però un clima in cui a qualcuno salta in testa di fare una telefonata anonima, a un magistrato di ritenerla così puntuale da inviare i poliziotti, e ai poliziotti di interrogare a destra e a manca, è nato così, dal nulla, tra le corsie di un ospedale? Onestamente: proprio no. Noi, da miti girondini quali siamo, non abbiamo fatto, non facciamo e non faremo nulla per alimentarlo, questo clima, a costo di tenerci in gola e nella penna qualche risposta che ci preme dentro. Ma non lo accettiamo. E non siamo affatto disposti a subirlo.