lunedì 18 febbraio 2008

Fassino alla Santa Sede: Pacs, allarme infondato

Fassino alla Santa Sede: Pacs, allarme infondato

Corriere della Sera del 11 dicembre 2006, pag. 12

di R. Zuc.

Lo scontro. Anco­ra. Tra i due poli e in modo trasversale, come accade da quando è in ballo il disegno di legge sulle coppie di fatto. Ma anche qualche tentativo di abbassare i toni e spostare il dibattito in Parlamento. Ci prova Piero Fassino: «L'allar­me dell'Osservatore Romano è infondato perché l'attuale maggioranza non ha certo l'intenzione di sradicare la fa­miglia». Però, spiega il segre­tario dei Ds a In mezz'ora di Lucia Annunziata, «in Italia ci sono centinaia di migliaia di persone che vivono ogni giorno una condizione di con­vivenza di fatto e credo corrisponda a regole di civiltà sta­bilire alcuni diritti». E comun­que, precisa, «la politica deve cercare soluzioni condivise». Vale a dire, «prima» la discus­sione interna alla maggioran­za", «dopo» quella in Parla­mento, «che non è la stessa cosa del governo», perché «su

questi temi non è opportuno legiferare a colpi di maggio­ranza».



Proprio su questo punto, la necessità cioè che sia il Parla­mento e non il governo ad oc­cuparsi della proposta porta­ta avanti dal ministro per le Pari Opportunità, Barbara Pollastrini, si apre una querel­le all'interno dell'Unione. Cle­mente Mastella ragiona sul fatto che «all'interno del cen­trosinistra come nel centro­destra sulle coppie di fatto ci sono sensibilità diverse che vanno rispettate e che sugge­riscono di portare la discus­sione in Parlamento». Mentre invece «non ci sono le condi­zioni per un'iniziativa di go­verno». Ad ogni modo occor­re «dire di no ad una preoccu­pante deriva anticlericale».



Il leader dell'Udeur non le cita, ma il riferimento è alle posizioni più laiciste espres­se da alcuni settori dell'Unione. Il segretario di Rifondazio­ne Comunista, Franco Gior­dano, lancia il suo altolà alla Chièsa: «Sia ben chiaro che le proposte di legge di questo Paese non possono essere in alcun modo condizionate dal­le gerarchle ecclesiastiche». Marco Rizzo (Pdci) parla di «libera Chiesa in libero Sta­to» e il verde Angelo Bonelli di «veti di natura medioeva­le».



Ma ci sono alcuni moderati che fanno il tifo perché si arri­vi anche in Italia ad una legge sulle unioni di fatto. Il radicale Daniele Capezzone invita l'Udc a guardare al «modello Aznar», l'ex primo ministro spagnolo, «capace di grande apertura sulle libertà civili». Favorevoli ai Pacs alla Polla­strini anche un de che milita nella Cdl come Gianfranco Rotondi: «Per noi cattolici il matrimonio è indissolubile, ma accettiamo una legge che disciplini i diritti di chi non lo ritiene tale».


Il quotidiano della Cei, Av­venire, è invece preoccupato: «Se il governo attribuirà ai conviventi i diritti dei coniu­gi, ma non gli stessi doveri, i coniugi saranno discrimina­ti». Gianni Alemanno (An) fa eco a Mastella: «I cattolici del­l'Ulivo devono riflettere sulla deriva laicista della maggioranza». Enrico La Loggia (Forza Italia) invita proprio i parlamentari cattolici dei due schieramenti a fare «fron­te comune contro la legge. E a tarda sera, sul Tgl, prose­gue il confronto. Barbara Pol­lastrini precisa che la legge sulla quale sta lavorando il go­verno «non scalfirà alcun di­ritto della famiglia». Mentre Pier Ferdinando Casini rinno­va il suo appello a Francesco Rutelli, già lanciato in un'in­tervista al Corriere: «Dialo­ghiamo sulle coppie di fatto».