Donne in piazza in difesa della 194
L'Opinione del 15 febbraio 2008, pag. 4
di Elisa Borghi
Non si placano le proteste contro il blitz effettuato martedì dai carabinieri in un policlinico partenopeo per indagare su un presunto caso di aborto illegale. Ieri a Roma e Napoli si sono svolte due manifestazioni e un sit-in per chiedere il rispetto del diritto all’autoderminazione della donna sull’interruzione di gravidanza. E per cercare di dissipare quel clima da “caccia alle streghe” - come la definisce il ministro della Salute Livia Turco - che potrebbe trascinare il legislatore verso una pericolosa china fondamentalista. Ad aprire la giornata delle proteste è stato il raduno degli iscritti all’Associazione Luca Coscioni, che, dopo due settimane di sciopero della fame, si sono dati appuntamento sotto le finestre di Palazzo Chigi per chiedere il varo delle nuove linee guida della legge 40. Hanno ottenuto di essere ricevuti del ministro della Salute.
La manifestazione successiva è stata quella di Napoli. Un gruppo di donne ha piantonato la sede del commissariato partenopeo da cui è partita la pattuglia che ha sequestrato il feto ed ha interrogato la donna appena uscita dalla sala parto del policlinico.
Infine, di fronte alla sede del ministero della Sanità della capitale un nutrito gruppo di cittadini, in prevalenza donne ma anche rappresentanti del mondo delle associazioni, s’è riunito per un paio d’ore con tanto di bandiere e fischietti “come trent’anni fa, in difesa dei nostri diritti” è la voce della piazza. Cortei minori hanno sfilato anche a Bologna, di fronte all’ospedale Sant’Orsola, e a Milano, davanti alla clinica Mangiagalli. Se a mobilitarsi sono state soprattutto le donne, dal mondo della politica è arrivata una pioggia di dichiarazioni, in stragrande maggioranza a sostegno della loro iniziativa, non solo dalla metà rosa del Parlamento. Si è fatto notare, per l’originalità della posizione espressa, il presidente della commissione Sanità del Senato, nonché medico, Ignazio Marino.
Marino ha auspicato che anche le forze dell’ordine possano praticare l’obiezione di coscienza quando vengono mandate ad eseguire certi compiti. “L’obiezione di coscienza - ha detto - dovrebbe a questo punto riguardare le forze dell’ordine, che hanno fatto irruzione in un rapporto così personale come quello che si instaura tra medico e paziente”. E mentre la voce che si è fatta sentire di più è stata quella della sinistra e dei Radicali (“Sono vicino alle donne che oggi in molte città italiane scenderanno in piazza per manifestare il loro sdegno per l’inqualificabile episodio di Napoli e a difesa della legge 194 - ha dichiarato Emma Bonino), il centrodestra spiccava per l’imbarazzante silenzio dei suoi parlamentari. Nessuno, escludendo la presidente dei deputati azzurri Isabella Bertolini che ha lamentato il fatto che i temi cosiddetti eticamente sensibili sono ”strumentalizzati politicamente“, ha proferito verbo a sostegno dei manifestanti. La vicenda per ora dunque si chiude così. Con il commissariato che cerca di capire chi ha denunciato l’aborto illegale, con un’interpellanza parlamentare della Rosa nel Pugno che sollecita un intervento chiarificatore da parte delle istituzioni (in particolare da parte del ministero dell’Interno e dal Csm) e copiose proteste da sinistra. La destra, impegnata nella rincorsa il voto cattolico, tace.
L'Opinione del 15 febbraio 2008, pag. 4
di Elisa Borghi
Non si placano le proteste contro il blitz effettuato martedì dai carabinieri in un policlinico partenopeo per indagare su un presunto caso di aborto illegale. Ieri a Roma e Napoli si sono svolte due manifestazioni e un sit-in per chiedere il rispetto del diritto all’autoderminazione della donna sull’interruzione di gravidanza. E per cercare di dissipare quel clima da “caccia alle streghe” - come la definisce il ministro della Salute Livia Turco - che potrebbe trascinare il legislatore verso una pericolosa china fondamentalista. Ad aprire la giornata delle proteste è stato il raduno degli iscritti all’Associazione Luca Coscioni, che, dopo due settimane di sciopero della fame, si sono dati appuntamento sotto le finestre di Palazzo Chigi per chiedere il varo delle nuove linee guida della legge 40. Hanno ottenuto di essere ricevuti del ministro della Salute.
La manifestazione successiva è stata quella di Napoli. Un gruppo di donne ha piantonato la sede del commissariato partenopeo da cui è partita la pattuglia che ha sequestrato il feto ed ha interrogato la donna appena uscita dalla sala parto del policlinico.
Infine, di fronte alla sede del ministero della Sanità della capitale un nutrito gruppo di cittadini, in prevalenza donne ma anche rappresentanti del mondo delle associazioni, s’è riunito per un paio d’ore con tanto di bandiere e fischietti “come trent’anni fa, in difesa dei nostri diritti” è la voce della piazza. Cortei minori hanno sfilato anche a Bologna, di fronte all’ospedale Sant’Orsola, e a Milano, davanti alla clinica Mangiagalli. Se a mobilitarsi sono state soprattutto le donne, dal mondo della politica è arrivata una pioggia di dichiarazioni, in stragrande maggioranza a sostegno della loro iniziativa, non solo dalla metà rosa del Parlamento. Si è fatto notare, per l’originalità della posizione espressa, il presidente della commissione Sanità del Senato, nonché medico, Ignazio Marino.
Marino ha auspicato che anche le forze dell’ordine possano praticare l’obiezione di coscienza quando vengono mandate ad eseguire certi compiti. “L’obiezione di coscienza - ha detto - dovrebbe a questo punto riguardare le forze dell’ordine, che hanno fatto irruzione in un rapporto così personale come quello che si instaura tra medico e paziente”. E mentre la voce che si è fatta sentire di più è stata quella della sinistra e dei Radicali (“Sono vicino alle donne che oggi in molte città italiane scenderanno in piazza per manifestare il loro sdegno per l’inqualificabile episodio di Napoli e a difesa della legge 194 - ha dichiarato Emma Bonino), il centrodestra spiccava per l’imbarazzante silenzio dei suoi parlamentari. Nessuno, escludendo la presidente dei deputati azzurri Isabella Bertolini che ha lamentato il fatto che i temi cosiddetti eticamente sensibili sono ”strumentalizzati politicamente“, ha proferito verbo a sostegno dei manifestanti. La vicenda per ora dunque si chiude così. Con il commissariato che cerca di capire chi ha denunciato l’aborto illegale, con un’interpellanza parlamentare della Rosa nel Pugno che sollecita un intervento chiarificatore da parte delle istituzioni (in particolare da parte del ministero dell’Interno e dal Csm) e copiose proteste da sinistra. La destra, impegnata nella rincorsa il voto cattolico, tace.