giovedì 27 dicembre 2007

Appello. Per l'insegnamento della Cultura civica nella scuola italiana

il Riformista 27.12.07
Appello. Per l'insegnamento della Cultura civica nella scuola italiana

Nel nostro paese sta maturando una crisi morale e politica assai grave che investe in particolare le nuove generazioni. Si tratta di un fenomeno di cui si avvertono i sintomi anche nel resto d'Europa, ma che in Italia è ormai così pervasivo da avere già provocato una profonda degradazione della convivenza civile e della vita democratica. Il peggioramento drammatico della qualità media del ceto politico, la crisi delle istituzioni, lo stato dell'informazione soprattutto televisiva, l'indebolirsi della solidarietà sociale, le tensioni provocate dai problemi derivanti dalle trasformazioni indotte nel mercato del lavoro e dall'accelerata immigrazione di massa generano, da un lato, sfiducia nella partecipazione politica e, dall'altro, forti regressioni di tipo comunitario, ghettizzazioni e manifestazioni di xenofobia. La scuola della Repubblica, che tutti sono obbligati a frequentare per almeno otto anni, è una delle istituzioni cui compete dare attuazione all'imperativo costituzionale di rimuovere gli ostacoli culturali e sociali che limitano la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impedendo il loro sviluppo umano e la loro partecipazione alla vita democratica del paese. L'introduzione negli anni Cinquanta dell'insegnamento dell'educazione civica nei programmi scolastici aveva indicato una forma concreta per assolvere alla funzione di «educare» all'esercizio della sovranità popolare alla quale sono chiamati tutti i cittadini.
Vari sono stati i motivi per i quali tale insegnamento non ha avuto gli esiti sperati: in particolare ha nuociuto l'assenza di una sua collocazione autonoma nei programmi e di una specifica preparazione professionale dei docenti. Invece è urgente introdurre un nuovo insegnamento che proponiamo di definire «Cultura civica», inteso a favorire una consapevole partecipazione dei giovani alla vita civile e democratica, a promuovere lo spirito di solidarietà, la comprensione delle esigenze di una società sempre più pluralistica e il valore delle diversità, a diffondere la convinzione che diritti umani e democrazia non sono mai conquiste acquisite una volta per tutte, ma rappresentano gli esiti di una storia tormentata e sempre a rischio di essere rimessi in discussione.
Per conseguire questo obiettivo è necessario che siano garantiti:
1) un insegnamento specifico e autonomo;
2) tempi e metodi adeguati;
3) una preparazione idonea degli insegnanti, in rapporto ai diversi gradi e ordini di scuola.
Nei primi anni di scuola s'impartiranno nozioni di comportamento civico, con l'ausilio anche di visite guidate ai luoghi istituzionali locali, di partecipazione a eventi pubblici, di interventi sul territorio, con l'intento di realizzare un maggior coinvolgimento nella tutela dell'ambiente e della vivibilità degli spazi comuni. Nella seconda metà degli anni dell'obbligo la Cultura civica sarà sviluppata estendendola a una prima conoscenza dei diritti universali, del significato della cittadinanza italiana ed europea e della carta costituzionale, con particolare riferimento ai principi fondamentali e ai diritti e doveri dei cittadini. Nel triennio delle scuole superiori si procederà allo studio del testo costituzionale integrato da informazioni sul contesto storico, sul dibattito culturale e sui valori che hanno ispirato la nascita della repubblica italiana, nonché allo studio del processo di integrazione europea, delle sue motivazioni e del comune patrimonio civico e costituzionale.
Giovanni Bachelet, Giulio Ercolessi, Sergio Lariccia, Giacomo Marramao, Enzo Marzo, Italo Mereu, Alessandro Pizzorusso, Clotilde Pontecorvo, Beatrice Rangoni Machiavelli, Stefano Rodotà, Carlo Augusto Viano, Marcello Vigli, Gustavo Zagrebelski
(per aderire: info@criticaliberale.it)