Ue, i vescovi tornano alla carica
La Repubblica del 23 marzo 2007, pag. 20
di Orazio La Rocca
Il mondo cattolico torna alla carica per far inserire nella Costituzione europea il riferimento alle radici giudaico-cristiane del Vecchio Continente. Il progetto — bocciato lo scorso anno a livello di commissione Ue in seguito ai referendum negativi di Francia e Olanda — era stato rilanciato all'inizio del 2007 dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, di stretta fede protestante, all'indomani dell'assunzione della presidenza del Parlamento europeo per il semestre spettante alla Germania. La stessa Merkel lo aveva annunciato anche a papa Benedetto XVI, suo connazionale, in una udienza in Vaticano. Dalla bozza messa a punto dalla Merkel sono esclusi i riferimenti di tipo religioso alle radici cristiane dell'Europa.
Ieri il tema è stato rilanciato in un documento ad hoc dal titolo «Un'Europa dei valori» redatto da un comitato di esperti — per l'Italia l'ex commissario Ue Mario Monti—istituito dalle Conferenze Episcopali dei paesi della Ue, che oggi celebrerà all'hotel Ergife di Roma i 50 anni del Trattato di Roma alla presenza dei delegati dei vescovi europei. I vescovi saranno ricevuti dal cardinale vicario Camillo Ruini, ideatore dell'iniziativa, che per l'occasione terrà una attesa prolusione.
II testo sarà poi consegnato al premier italiano Romano Prodi che proprio ieri, in una intervista alla Rai, ha elogiato il ruolo storico dell'Europa, i cui paesi membri, ha detto, «hanno assicurato mezzo secolo di pace e di prosperità», spezzando una lancia anche a favore del riferimento alle radici cristiane europee. «In 50 anni all'interno dei confini europei non c'è stato un solo conflitto», ha specificato Prodi che ha anche ricordato la portata storica dell'avvento dell'euro. I Trattati di Roma oggi saranno celebrati anche al Senato e al Quirinale con la partecipazione delle più alte cariche dello Stato.
Quanto al Rapporto dei vescovi europei, vi si sottolinea, tra l'altro, che la «Ue non è nata per un caso del destino. Essa è frutto di una precisa volontà ed è fragile come tutte le imprese umane. Oggi cerca la sua strada per il futuro. Deve diventare più consapevole della forza che sta al cuore dei valori che rappresenta». Tematiche come «la dignità della persona e i diritti umani, la pace, la libertà, la democrazia, la tolleranza, il rispetto della diversità e della sussidiarietà, la
Riaperto il dibattito sulle radici religiose alla vigilia del cinquantenario ricerca del bene comune», sono per i vescovi europei «i valori fondanti» del continente, «non questioni improvvisate», che affondano le radici «in duemila anni di tradizione cristiana, oltre che nelle tradizioni di altre fedi e filosofie». Tra i punti concreti indicati dal Rapporto, «clima, energia e ambiente», ma anche «la sicurezza», che «implica la promozione dello sviluppo e la lotta alla povertà, come pure la lotta al crimine e al terrorismo internazionale, la risposta alla questione delle migrazioni di massa e, come ha fatto l'Unione, la promozione del diritto internazionale e le operazioni di pace in zone a rischio». Sfide che, sottolineano i saggi, «non possono essere affrontate da un unico Paese», ma richiedono «soluzioni globali» a «livello europeo». Infine, il Rapporto nota come l'impegno per le pari opportunità non va abbandonato di fronte alla «pressione della globalizzazione», ma «sviluppato per garantire pari accesso per tutti ai servizi di interesse generale». Ed indica, in termini di priorità, ['«uguaglianza tra uomo e donna, la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, i congedi di maternità».
«Come vescovi abbiamo costituito un ponte tra Unione europea, governi nazionali ed episcopati locali, per favorire un approfondimento nelle riflessioni di fronte alle sfide poste dalla costruzione dell'Europa Unita», ha spiegato il vescovo olandese Adrianus van Luyn, presidente della Conferenza episcopale Ue.
«Abbiamo sempre cercato — ha specificato il presule — di accompagnare anche criticamente, ma sempre in modo costruttivo, il cammino delle istituzioni europee». Cammino che non può non tener conto del riferimento alle radici cristiane del continente.
La Repubblica del 23 marzo 2007, pag. 20
di Orazio La Rocca
Il mondo cattolico torna alla carica per far inserire nella Costituzione europea il riferimento alle radici giudaico-cristiane del Vecchio Continente. Il progetto — bocciato lo scorso anno a livello di commissione Ue in seguito ai referendum negativi di Francia e Olanda — era stato rilanciato all'inizio del 2007 dalla cancelliera tedesca Angela Merkel, di stretta fede protestante, all'indomani dell'assunzione della presidenza del Parlamento europeo per il semestre spettante alla Germania. La stessa Merkel lo aveva annunciato anche a papa Benedetto XVI, suo connazionale, in una udienza in Vaticano. Dalla bozza messa a punto dalla Merkel sono esclusi i riferimenti di tipo religioso alle radici cristiane dell'Europa.
Ieri il tema è stato rilanciato in un documento ad hoc dal titolo «Un'Europa dei valori» redatto da un comitato di esperti — per l'Italia l'ex commissario Ue Mario Monti—istituito dalle Conferenze Episcopali dei paesi della Ue, che oggi celebrerà all'hotel Ergife di Roma i 50 anni del Trattato di Roma alla presenza dei delegati dei vescovi europei. I vescovi saranno ricevuti dal cardinale vicario Camillo Ruini, ideatore dell'iniziativa, che per l'occasione terrà una attesa prolusione.
II testo sarà poi consegnato al premier italiano Romano Prodi che proprio ieri, in una intervista alla Rai, ha elogiato il ruolo storico dell'Europa, i cui paesi membri, ha detto, «hanno assicurato mezzo secolo di pace e di prosperità», spezzando una lancia anche a favore del riferimento alle radici cristiane europee. «In 50 anni all'interno dei confini europei non c'è stato un solo conflitto», ha specificato Prodi che ha anche ricordato la portata storica dell'avvento dell'euro. I Trattati di Roma oggi saranno celebrati anche al Senato e al Quirinale con la partecipazione delle più alte cariche dello Stato.
Quanto al Rapporto dei vescovi europei, vi si sottolinea, tra l'altro, che la «Ue non è nata per un caso del destino. Essa è frutto di una precisa volontà ed è fragile come tutte le imprese umane. Oggi cerca la sua strada per il futuro. Deve diventare più consapevole della forza che sta al cuore dei valori che rappresenta». Tematiche come «la dignità della persona e i diritti umani, la pace, la libertà, la democrazia, la tolleranza, il rispetto della diversità e della sussidiarietà, la
Riaperto il dibattito sulle radici religiose alla vigilia del cinquantenario ricerca del bene comune», sono per i vescovi europei «i valori fondanti» del continente, «non questioni improvvisate», che affondano le radici «in duemila anni di tradizione cristiana, oltre che nelle tradizioni di altre fedi e filosofie». Tra i punti concreti indicati dal Rapporto, «clima, energia e ambiente», ma anche «la sicurezza», che «implica la promozione dello sviluppo e la lotta alla povertà, come pure la lotta al crimine e al terrorismo internazionale, la risposta alla questione delle migrazioni di massa e, come ha fatto l'Unione, la promozione del diritto internazionale e le operazioni di pace in zone a rischio». Sfide che, sottolineano i saggi, «non possono essere affrontate da un unico Paese», ma richiedono «soluzioni globali» a «livello europeo». Infine, il Rapporto nota come l'impegno per le pari opportunità non va abbandonato di fronte alla «pressione della globalizzazione», ma «sviluppato per garantire pari accesso per tutti ai servizi di interesse generale». Ed indica, in termini di priorità, ['«uguaglianza tra uomo e donna, la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, i congedi di maternità».
«Come vescovi abbiamo costituito un ponte tra Unione europea, governi nazionali ed episcopati locali, per favorire un approfondimento nelle riflessioni di fronte alle sfide poste dalla costruzione dell'Europa Unita», ha spiegato il vescovo olandese Adrianus van Luyn, presidente della Conferenza episcopale Ue.
«Abbiamo sempre cercato — ha specificato il presule — di accompagnare anche criticamente, ma sempre in modo costruttivo, il cammino delle istituzioni europee». Cammino che non può non tener conto del riferimento alle radici cristiane del continente.