domenica 23 dicembre 2007

Ue, i vescovi tornano alla carica

Ue, i vescovi tornano alla carica

La Repubblica del 23 marzo 2007, pag. 20

di Orazio La Rocca

Il mondo cattolico torna alla carica per far in­serire nella Costituzione europea il riferimento alle radici giudaico-cristiane del Vecchio Continente. Il progetto — boc­ciato lo scorso anno a livello di commis­sione Ue in seguito ai referendum negativi di Francia e Olanda — era stato rilanciato all'inizio del 2007 dalla cancelliera tedesca An­gela Merkel, di stret­ta fede protestante, all'indomani del­l'assunzione della presidenza del Par­lamento europeo per il semestre spet­tante alla Germania. La stessa Merkel lo aveva annunciato anche a papa Bene­detto XVI, suo connazionale, in una udienza in Vatica­no. Dalla bozza messa a punto dalla Merkel sono esclusi i riferimenti di tipo religioso alle ra­dici cristiane dell'Europa.



Ieri il tema è stato rilanciato in un documento ad hoc dal titolo «Un'Europa dei valori» redatto da un comitato di esperti — per l'Ita­lia l'ex commissario Ue Mario Monti—istituito dalle Conferenze Episcopali dei paesi della Ue, che oggi celebrerà all'hotel Ergife di Roma i 50 anni del Trattato di Ro­ma alla presenza dei delegati dei vescovi europei. I vescovi saranno ricevuti dal cardinale vicario Camillo Ruini, ideatore dell'iniziati­va, che per l'occasione terrà una attesa prolusione.



II testo sarà poi consegnato al premier italiano Romano Prodi che proprio ieri, in una intervista alla Rai, ha elogiato il ruolo storico dell'Europa, i cui paesi membri, ha detto, «hanno assicurato mezzo secolo di pace e di prosperità», spezzando una lancia anche a fa­vore del riferimento alle radici cri­stiane europee. «In 50 anni all'in­terno dei confini europei non c'è stato un solo conflitto», ha specifi­cato Prodi che ha anche ricordato la portata storica dell'avvento dell'euro. I Trattati di Roma oggi sa­ranno celebrati anche al Senato e al Quirinale con la partecipazione delle più alte cariche dello Stato.



Quanto al Rapporto dei vescovi europei, vi si sottolinea, tra l'altro, che la «Ue non è nata per un caso del destino. Essa è frutto di una precisa volontà ed è fragile come tutte le imprese umane. Oggi cerca la sua strada per il futuro. Deve diventare più consapevole della for­za che sta al cuore dei valori che rappresenta». Tematiche come «la dignità della persona e i diritti umani, la pace, la libertà, la demo­crazia, la tolleranza, il rispetto del­la diversità e della sussidiarietà, la

Riaperto il dibattito sulle radici religiose alla vigilia del cinquantenario ricerca del bene comune», sono per i vescovi europei «i valori fon­danti» del continente, «non que­stioni improvvisate», che affonda­no le radici «in duemila anni di tra­dizione cristiana, oltre che nelle tradizioni di altre fedi e filosofie». Tra i punti concreti indicati dal Rapporto, «clima, energia e am­biente», ma anche «la sicurezza», che «implica la promozione dello sviluppo e la lotta alla povertà, co­me pure la lotta al crimine e al ter­rorismo internazionale, la risposta alla questione delle migrazioni di massa e, come ha fatto l'Unione, la promozione del diritto internazio­nale e le operazioni di pace in zone a rischio». Sfide che, sottolineano i saggi, «non possono essere affron­tate da un unico Paese», ma richie­dono «soluzioni globali» a «livello europeo». Infine, il Rapporto nota come l'impegno per le pari oppor­tunità non va abbandonato di fronte alla «pressione della globa­lizzazione», ma «sviluppato per ga­rantire pari accesso per tutti ai ser­vizi di interesse generale». Ed indi­ca, in termini di priorità, ['«ugua­glianza tra uomo e donna, la salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, i congedi di maternità».



«Come vescovi abbiamo costi­tuito un ponte tra Unione europea, governi nazionali ed episcopati lo­cali, per favorire un approfondi­mento nelle riflessioni di fronte al­le sfide poste dalla costruzione del­l'Europa Unita», ha spiegato il ve­scovo olandese Adrianus van Luyn, presidente della Conferenza episcopale Ue.



«Abbiamo sempre cercato — ha specificato il presule — di accom­pagnare anche criticamente, ma sempre in modo costruttivo, il cammino delle istituzioni euro­pee». Cammino che non può non tener conto del riferimento alle ra­dici cristiane del continente.