«Fecondazione, quella legge è un fallimento»
L'Unità del 15 marzo 2007, pag. 7
di Maria Zegarelli
La legge 40 sulla fecondazione assistita va modificata perché «inadeguata» e ingiusta. La proposta arriva da sette senatori della Cdl che, dopo tre anni dall'entrata in vigore della contestatissima legge non possono che prendere atto del fallimento che è stata. Ieri, nel corso di una conferenza stampa - mentre al piano di sopra si riuniva la Commissione Giustizia sul tema dei diritti delle coppie di fatto - il repubblicano Antonio Del Pennino insieme ai colleghi Paravia (An), Saio (De per le autonomie), Sterpa e Stracquadanio (Fi), - assenti giustificati gli azzurri Biondi e Iannuzzi che hanno sottoscritto l'iniziativa - presentavano il disegno di legge depositato al Senato. L'obiettivo: estendere la possibilità di accedere alla procreazione assistita alle coppie portatici di malattie genetiche; istituire una commissione presso gli assessorati regionali alla Sanità per valutare le richieste di fecondazione etcrologa (oggi vietata); istituire la crioconservazione degli embrioni e dunque abrogare l'obbligo di impianto di tutti gli embrioni fecondati (che oggi non possono superare il numero di 3); destinare gli embrioni non più utilizzabili per la fecondazione alla ricerca scientifica. Le posizioni del senatore Del Pennino -che ieri si è appellato alla trasversalità in parlamento - sono sempre state note, già ai tempi del referendum: la legge va modificata, «come ha mostrato l'aumento del turismo procreativo che si è registrato in questi anni». Dai dati dell'osservatorio Cecos, che raccoglie informazioni da 27 centri esteri, nel 2003 le coppie italiane che si rivolgevano all'estero erano 1000; nel 2005 sono state 4000.
«Trovo molto positivo il fatto che la Cdl abbia presentato un ddl per correggere la legge 40 - dice la senatrice Vittoria Franco, coordinatrice nazionale delle Donne Ds - .Come è noto all'inizio di questa legislatura ne ho presentato uno analogo per intervenire sulle principali criticità di una legge che finora, secondo i dati del Cecos, ha costretto le coppie, ad andare all'estero per effettuare la fecondazione assistita». Secondo il professor Ignazio Marino, presidente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, la legge 40 «presenta caratteri antiscientifici e alcune profonde contraddizioni». Anche la SIDR (Società Italiana della Riproduzione, che raggrup-pa gli esperti italiani nel settore), ha accolto subito con favore la notizia del ddl, come d'altra parte le associazioni di pazienti. Non si parla di trasversalità, invece, per un'altra legge di cui tanto si discute: quella sui diritti delle coppie di fatto. «Quella è un'altra storia - risponde Stracquadanio -. Quella non la votiamo». Il governo, «ha fatto un grave errore - dice Del Pennino - presentando un ddl. Se avesse lasciato l'iniziativa parlamentare le cose sarebbero andate diversamente». Secondo Paravia «la materia potrebbe provare soluzioni privatistiche», ma «senza che venga riconosciuta la coppia di fatto». Tuttavia aperture nella Cdl, secondo lo stesso presidente della Commissione Giustizia Cesare Salvi, ci possono essere. E infatti, soddisfatto del dibattito iniziato ieri l'Udc Francesco D'Onofrio, perché «è la prima volta che vengono fuori le vere differenze, che sono differenze culturali e filosofiche profonde». Il ds Felice Casson spiega: «Nel complesso più che scegliere tra i dieci disegni di legge depositati, crediamo più opportuno costituire un comitato ristretto, richiesto da più forze politiche, che dovrà definire i punti in comune tra le diverse proposte, esaminare le situazioni critiche, come nel caso delle adozioni e dell'affidamento di minori, e prospettare una soluzione di sintesi adeguata. Tra i diritti fondamentali che vogliamo riconoscere ai conviventi ricordiamo l'assistenza sanitaria». Salvi si dice sicuro di arrivare a un accordo con la Cdl: la Commissione, assicura, è riuscita a calmare le acque e procedere «serenamente» verso un testo unico «che sia il più possibile condiviso».
L'Unità del 15 marzo 2007, pag. 7
di Maria Zegarelli
La legge 40 sulla fecondazione assistita va modificata perché «inadeguata» e ingiusta. La proposta arriva da sette senatori della Cdl che, dopo tre anni dall'entrata in vigore della contestatissima legge non possono che prendere atto del fallimento che è stata. Ieri, nel corso di una conferenza stampa - mentre al piano di sopra si riuniva la Commissione Giustizia sul tema dei diritti delle coppie di fatto - il repubblicano Antonio Del Pennino insieme ai colleghi Paravia (An), Saio (De per le autonomie), Sterpa e Stracquadanio (Fi), - assenti giustificati gli azzurri Biondi e Iannuzzi che hanno sottoscritto l'iniziativa - presentavano il disegno di legge depositato al Senato. L'obiettivo: estendere la possibilità di accedere alla procreazione assistita alle coppie portatici di malattie genetiche; istituire una commissione presso gli assessorati regionali alla Sanità per valutare le richieste di fecondazione etcrologa (oggi vietata); istituire la crioconservazione degli embrioni e dunque abrogare l'obbligo di impianto di tutti gli embrioni fecondati (che oggi non possono superare il numero di 3); destinare gli embrioni non più utilizzabili per la fecondazione alla ricerca scientifica. Le posizioni del senatore Del Pennino -che ieri si è appellato alla trasversalità in parlamento - sono sempre state note, già ai tempi del referendum: la legge va modificata, «come ha mostrato l'aumento del turismo procreativo che si è registrato in questi anni». Dai dati dell'osservatorio Cecos, che raccoglie informazioni da 27 centri esteri, nel 2003 le coppie italiane che si rivolgevano all'estero erano 1000; nel 2005 sono state 4000.
«Trovo molto positivo il fatto che la Cdl abbia presentato un ddl per correggere la legge 40 - dice la senatrice Vittoria Franco, coordinatrice nazionale delle Donne Ds - .Come è noto all'inizio di questa legislatura ne ho presentato uno analogo per intervenire sulle principali criticità di una legge che finora, secondo i dati del Cecos, ha costretto le coppie, ad andare all'estero per effettuare la fecondazione assistita». Secondo il professor Ignazio Marino, presidente della Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama, la legge 40 «presenta caratteri antiscientifici e alcune profonde contraddizioni». Anche la SIDR (Società Italiana della Riproduzione, che raggrup-pa gli esperti italiani nel settore), ha accolto subito con favore la notizia del ddl, come d'altra parte le associazioni di pazienti. Non si parla di trasversalità, invece, per un'altra legge di cui tanto si discute: quella sui diritti delle coppie di fatto. «Quella è un'altra storia - risponde Stracquadanio -. Quella non la votiamo». Il governo, «ha fatto un grave errore - dice Del Pennino - presentando un ddl. Se avesse lasciato l'iniziativa parlamentare le cose sarebbero andate diversamente». Secondo Paravia «la materia potrebbe provare soluzioni privatistiche», ma «senza che venga riconosciuta la coppia di fatto». Tuttavia aperture nella Cdl, secondo lo stesso presidente della Commissione Giustizia Cesare Salvi, ci possono essere. E infatti, soddisfatto del dibattito iniziato ieri l'Udc Francesco D'Onofrio, perché «è la prima volta che vengono fuori le vere differenze, che sono differenze culturali e filosofiche profonde». Il ds Felice Casson spiega: «Nel complesso più che scegliere tra i dieci disegni di legge depositati, crediamo più opportuno costituire un comitato ristretto, richiesto da più forze politiche, che dovrà definire i punti in comune tra le diverse proposte, esaminare le situazioni critiche, come nel caso delle adozioni e dell'affidamento di minori, e prospettare una soluzione di sintesi adeguata. Tra i diritti fondamentali che vogliamo riconoscere ai conviventi ricordiamo l'assistenza sanitaria». Salvi si dice sicuro di arrivare a un accordo con la Cdl: la Commissione, assicura, è riuscita a calmare le acque e procedere «serenamente» verso un testo unico «che sia il più possibile condiviso».