Dico, nuova offensiva dei vescovi
La Repubblica del 14 febbraio 2007, pag. 18
di Giovanna Casadio
Costante, quasi martellante, l'offensiva del Vaticano contro la legge sulle coppie di fatto. Ieri i vescovi si sono fatti sentire con una nota dell'agenzia di stampa Sir nella quale i Dico, i Diritti dei conviventi, sono definiti «un compromesso inaccettabile e pericoloso». Spiega, la Chiesa, che potrebbe essere d'accordo su una tutela dei diritti, magari affrontati volta per volta, con «provvedimenti ad hoc in cui siano riconosciute le situazioni dall'assistenza, alla casa, ad altri servizi sociali e individuali» ma assolutamente "no" ai matrimoni gay. Pollice verso dei vescovi alle «estenuanti mediazioni su questo tema e quello di fatto connesso alla cosiddetta famiglia omosessuale». Giudizio positivo invece sul ruolo svolto dal leader dell'Udeur, Clemente Mastella che a qualsiasi ipotesi di legge sulle unioni civili ha opposto una contrarietà intransigente in linea con il "non possumus" della Chiesa. Il governo italiano è promosso dai vescovi su un solo punto: che «non porrà la fiducia sui Dico». Insomma c'è spazio per «interpellare fino in fondo le coscienze» e non demandare agli equilibri meramente politici e alla dialettica maggioranza-opposizione una scelta del genere».
Il nuovo attacco — che arriva il giorno dopo l'anatema del cardinale Ruini che ha annunciato una nota vincolante per i credenti contro i Pacs all'italiana — attizza il fuoco delle polemiche e soprattutto la tentazione della sinistra di chiedere una revisione del Concordato. La controffensiva della sinistra parte proprio da qui. Sbotta Franco Giordano, il segretario di Rifondazione: «Le gerarchle ecclesiastiche stanno veramente introducendo una modalità di rapporto con la politica italiana che mi sembra andare fuori dai limiti consentiti». Rimpiange la mediazione rappresentata dalla De «che noi abbiamo sempre osteggiato» ma che impediva questi interventi diretti del Vaticano ormai «lontano dalla società». Prevede molti emendamenti di Rifondazione. Attacca anche Gavino Angius: «Ormai siamo ad una lesione grave del Concordato». Rincara Manuela Palermi (Pdci-Verdi) : «Bisogna rivedere il Concordato». E Bonelli:«Stop a una Chiesa-partito».
Di segno opposto gli emendamenti che stanno mettendo a punto i Teodem, gli ultra cattolici della Margherita. Paola Binetti pensa a un ddl che modifichi radicalmente i Dico. Di altro avviso, Enzo Carra che punta a un intervento "chirurgico" sul testo. Comunque, ieri sera riunione dei Teodem, Bobba, Binetti, Baio, Calgaro e Carra. A disagio i cattolici democratici della Margherita (che si riconoscono nel manifesto dei Sessanta) tra convinzione laica e pressing della Chiesa. Un chiarimento ci sarà (nella direzione del 26) con il leader Rutelli che aveva "blindato" il testo Bindi-Pollastrini temendo scelte radicali. Barbara Pollastrini, la ministra ds delle Pari opportunità avverte : «Il Parlamento può arricchire e migliorare, né io né la collega Rosy Bindi siamo gelose di quanto fatto. Ma abbiamo aperto una porta chiusa a dieci mandate». Nell'offensiva dei vescovi c'è anche l'ipotesi di una manifestazione anti-Dico (Monsignor Fisichella lancia l'idea di riempire piazza San Giovanni). «Una manifestazione clericale avrebbe toni razzisti», ribatte il ds Franco Grillini. Scende in campo la Fise, la federazione che raccoglie 160 testate cattoliche: «Inaccettabile la scelta del governo sui Dico».
La Repubblica del 14 febbraio 2007, pag. 18
di Giovanna Casadio
Costante, quasi martellante, l'offensiva del Vaticano contro la legge sulle coppie di fatto. Ieri i vescovi si sono fatti sentire con una nota dell'agenzia di stampa Sir nella quale i Dico, i Diritti dei conviventi, sono definiti «un compromesso inaccettabile e pericoloso». Spiega, la Chiesa, che potrebbe essere d'accordo su una tutela dei diritti, magari affrontati volta per volta, con «provvedimenti ad hoc in cui siano riconosciute le situazioni dall'assistenza, alla casa, ad altri servizi sociali e individuali» ma assolutamente "no" ai matrimoni gay. Pollice verso dei vescovi alle «estenuanti mediazioni su questo tema e quello di fatto connesso alla cosiddetta famiglia omosessuale». Giudizio positivo invece sul ruolo svolto dal leader dell'Udeur, Clemente Mastella che a qualsiasi ipotesi di legge sulle unioni civili ha opposto una contrarietà intransigente in linea con il "non possumus" della Chiesa. Il governo italiano è promosso dai vescovi su un solo punto: che «non porrà la fiducia sui Dico». Insomma c'è spazio per «interpellare fino in fondo le coscienze» e non demandare agli equilibri meramente politici e alla dialettica maggioranza-opposizione una scelta del genere».
Il nuovo attacco — che arriva il giorno dopo l'anatema del cardinale Ruini che ha annunciato una nota vincolante per i credenti contro i Pacs all'italiana — attizza il fuoco delle polemiche e soprattutto la tentazione della sinistra di chiedere una revisione del Concordato. La controffensiva della sinistra parte proprio da qui. Sbotta Franco Giordano, il segretario di Rifondazione: «Le gerarchle ecclesiastiche stanno veramente introducendo una modalità di rapporto con la politica italiana che mi sembra andare fuori dai limiti consentiti». Rimpiange la mediazione rappresentata dalla De «che noi abbiamo sempre osteggiato» ma che impediva questi interventi diretti del Vaticano ormai «lontano dalla società». Prevede molti emendamenti di Rifondazione. Attacca anche Gavino Angius: «Ormai siamo ad una lesione grave del Concordato». Rincara Manuela Palermi (Pdci-Verdi) : «Bisogna rivedere il Concordato». E Bonelli:«Stop a una Chiesa-partito».
Di segno opposto gli emendamenti che stanno mettendo a punto i Teodem, gli ultra cattolici della Margherita. Paola Binetti pensa a un ddl che modifichi radicalmente i Dico. Di altro avviso, Enzo Carra che punta a un intervento "chirurgico" sul testo. Comunque, ieri sera riunione dei Teodem, Bobba, Binetti, Baio, Calgaro e Carra. A disagio i cattolici democratici della Margherita (che si riconoscono nel manifesto dei Sessanta) tra convinzione laica e pressing della Chiesa. Un chiarimento ci sarà (nella direzione del 26) con il leader Rutelli che aveva "blindato" il testo Bindi-Pollastrini temendo scelte radicali. Barbara Pollastrini, la ministra ds delle Pari opportunità avverte : «Il Parlamento può arricchire e migliorare, né io né la collega Rosy Bindi siamo gelose di quanto fatto. Ma abbiamo aperto una porta chiusa a dieci mandate». Nell'offensiva dei vescovi c'è anche l'ipotesi di una manifestazione anti-Dico (Monsignor Fisichella lancia l'idea di riempire piazza San Giovanni). «Una manifestazione clericale avrebbe toni razzisti», ribatte il ds Franco Grillini. Scende in campo la Fise, la federazione che raccoglie 160 testate cattoliche: «Inaccettabile la scelta del governo sui Dico».