domenica 23 dicembre 2007

«Embrioni, sì ai test». Un altro schiaffo alla legge medievale

l'Unità 23.12.07
«Embrioni, sì ai test». Un altro schiaffo alla legge medievale
Fecondazione, il giudice: «Diagnosi preimpianto per tutelare la madre, lo dice la Costituzione»
di Anna Tarquini

Melandri: «La sentenza dimostra che la legge 40 è crudele»
Le associazioni: ora una nuova disciplina

DUE SENTENZE scardinano l’impianto della legge che vieta i test sugli embrioni anche in caso di malattia e si riapre la polemica sulla procreazione assistita. Con la destra che grida all’eugenetica e le associazioni che invece chiedono un intervento subito del go-
verno per modificare le linee guida della legge 40 e dare alle coppie che hanno tare ereditarie di poter procreare in perfetta sicurezza. «Ancora una volta - denuncia infatti il ginecologo Carlo Flamigni - è inevitabile che siano i magistrati a occuparsi di fecondazione assistita. In mancanza di iniziative politiche alla fine proprio i magistrati tengono conto del buon senso comune. E non c'è sentire comune secondo cui l'embrione è una persona. Su questo punto esistono tante teorie, in contraddizione fra loro».
Tre mesi fa Cagliari, oggi Firenze. Due storie, due coppie, che secondo la legge voluta da cattolici e destra non potrebbero essere genitori o diventare genitori di bambini molto malati. È quello che oggi l’Udeur chiama «pratica ai limiti della selezione eugenetica». Nei fatti è la vicenda di una donna di 37 anni che chiedeva la diagnosi preimpianto perché portatrice sana di talassemia e di una coppia trentenne milanese. Lei è portatrice di una grave malattia, la esostosi, che genera la crescita smisurata della cartilagine delle ossa. Una malattia che ha una trasmissibilità superiore al 50%. La coppia si era rivolta al «Centro Demetra» il quale, seguendo la legge, non aveva accettato di fare i test sugli embrioni. Ma il giudice di Firenze, una donna, Isabella Mariani, ha risposto che invece è lecito eseguire i test sugli embrioni da impiantare in una fecondazione assistita se c'è il rischio di trasmettere una grave malattia genetica. È un diritto tutelato dalla Costituzione e la legge 40, quando lo proibisce, va contro la Carta.
Molte voci si sono levate ieri per chiedere un intervento del ministro Livia Turco la quale però si è limitata a ripetere quanto già promesso tre mesi fa, quando scoppiò il caso di Cagliari. E cioè che il ministero sta studiando la modifica delle linee guida, che qualcosa sarà cambiato. Ma ieri la Turco non è voluta tornare sulla vicenda. Positive comunque le reazioni. Per il ministro Melandri «è giunta un'ottima notizia sulla fecondazione assistita. La sentenza dimostra che la legge 40, nel punto che riguarda il divieto della diagnosi pre-impianto, è semplicemente una legge crudele. Crudele per tutti: madre, padre, figlio sperato e voluto. È giunto il momento di smetterla di legiferare prescindendo dalle persone». L’associazione Coscioni fa notare è proprio dalla giurisprudenza che è arrivato il superamento della legge 40. «L'ordinanza con la quale il giudice di Firenze impone al centro di fecondazione assistita Demetra di intervenire con un'analisi dell'embrione prima del suo impianto, quando vi sia il rischio di trasmissione di una malattia genetica da genitore a figlio, rappresenta di fatto il superamento delle linee guida della legge 40/04 e della stessa legge sulla fecondazione assistita». Vittoria Franco senatrice del Pd e presidente della Commissione cultura del Senato annuncia: «Ho preparato un decreto legge per consentire anche alle coppie portatrici di malattie ereditarie o trasmissibili di ricorrere alla fecondazione assistita». Da destra tornano le accuse e i malumori. Il presidente del Movimento per la vita Carlo Casini e anche Scienza e vita denunciano: «È una sentenza che nega i diritti del concepito». Una sentenza contro il Parlamento anche per Forza Italia, Lega e Udc. «Il Giudice di Firenze - dice Luca Volontè - sentenzia a favore della selezione embrionale, in aperto contrasto con la legge 40 e con diverse sentenze della Corte Costituzionale».

L’ORDINANZA
«Linee guida illegittime e dunque da disapplicare»

«Il divieto di diagnosi pre impianto non esiste essendo stato posto illegittimamente dalle sole linee guida della legge 40/04 che vanno pertanto disapplicate». Lo scrive nero su bianco il giudice del tribunale di Firenze, Isabella Mariani, nell’ordinanza con cui ha deciso che si possono sottoporre a test gli embrioni qualora la coppia sia affetta da grave malattia genetica trasmettibile, accogliendo il ricorso di due giovani. Il giudice, essendo illegittimo il divieto di diagnosi, impone dunque al Centro Demetra di «procedere alla procreazione medicalmente assistita previa esecuzione della diagnosi pre impianto», di «trasferire solo gli embrioni sani e crioconservare quelli malati fino al giudizio di merito» e di eseguire la procreazione assistita «secondo le migliori regole della scienza in relazione alla salute della madre (e non del nascituro)».