Repubblica 24.12.07
Embrioni, anatema vaticano "Distruggerli è un assassinio"
Scontro dopo la sentenza di Firenze. Il Polo insorge
Interviene il cardinale Barragan Il centrodestra: giudici sovversivi
di Orazio La Rocca e Marco Reggio
ROMA - «Negli embrioni c´è la vita ed eliminarli equivale sempre ad un assassinio». L´altolà arriva dal cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Sanità vaticana. La Chiesa interviene così sulla sentenza del tribunale di Firenze che ha detto sì alla diagnosi preimpianto quando c´è il rischio di gravi forme di malattie trasmissibili al feto. È la seconda volta (era già successo a Cagliari lo scorso settembre) che un giudice contraddice le linee guida della legge sulla fecondazione artificiale, il cui testo vieta i test genetici sull´embrione. E ora è di nuovo scontro aperto.
Anche il centrodestra insorge contro la sentenza di Firenze e, col presidente del gruppo Udc alla Camera Luca Volontè, chiede l´intervento immediato del ministro Clemente Mastella e del vicepresidente del Csm Nicola Mancino. Il ministro della Salute, Livia Turco, conferma che le sentenza della magistratura verranno tenute «nel debito conto» prima di emanare, per decreto, le nuove linee guida della legge sulla fecondazione assistita. La legge prevede infatti l´aggiornamento delle clausole attuative ogni tre anni, in base agli aggiornamenti scientifici. E il ministro assicura che, una volta ottenuto il via libera dell´Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità, le linee guida saranno rese pubbliche entro la fine di gennaio del 2008.
Ma torniamo alle reazioni in Vaticano. «La morale cattolica in materia di embrioni - avverte il cardinale Barragan - è chiara e da sempre ricorda a credenti, non credenti e uomini di buona volontà che nello zigote c´è una persona umana e qualsiasi intervento che si fa per distruggerlo equivale ad uccidere une persona». Questa dottrina, puntualizza il porporato, «è stata autorevolmente ribadita più volte da Benedetto XVI, preceduto da altri papi come Giovanni Paolo II, Paolo VI e persino Pio XII».
Le linee guida attualmente in vigore sono state approvate dal Consiglio superiore di sanità il 14 luglio del 2004 e pubblicate con decreto sulla Gazzetta Ufficiale del 16 agosto del 2004. Sono vincolanti per tutte le strutture autorizzate agli interventi di fecondazione assistita e vanno aggiornate alla luce degli sviluppi tecnici e scientifici nel campo della procreazione assistita.
Due i punti che il ministro ha anticipato sulle nuove linee guida: l´accesso alle tecniche per le persone portatrici di malattie come il virus Hiv, e, appunto, la modifica delle norme sui test preimpianto, oggi vietati. Ma è indubbio che ad accelerare il processo abbia contribuito anche la sentenza del tribunale di Firenze. Il giudice ha accolto il ricorso di una donna che, affetta da una grave malattia genetica, l´esostosi (50 per cento le probabilità di trasmissione al nascituro) ha chiesto e ottenuto il test preimpianto.
E ora la sentenza e le parole del ministro dividono la politica e fanno intervenire esperti giuristi. «La legge non si tocca», afferma Volonté, che condanna «l´eugenetica nazista e scientista». Il senatore di An Alfredo Mantovano dice «no alla sovversione per via giudiziaria», mentre il senatore di Forza Italia, Gaetano Quagliariello invita ad approvare la mozione contro «attentati alla sovranità popolare». Il capogruppo della Lega in commissione sanità del Senato, Massimo Polledri apprezza l´equilibrio del ministro Livia Turco ma chiede anche che «venga in commissione a discutere le linee guida della legge 40 e su quanto i giudici devono fare: applicarla».
Di parere opposto la responsabile Giustizia dei Verdi, Paola Balducci, che apprezza il ministro e sottolinea come «la politica dovrebbe imparare dalle sentenze come quelle di Firenze». Ma c´è anche chi richiama l´attenzione sui veri protagonisti, quanti sono «penalizzati» dalla natura. In campo scende l´avvocato Gianni Baldini, legale della coppia che ha ottenuto dal giudice Isabella Mariani di Firenze il sì alla diagnosi preimpianto: «È l´ora di smettere di mistificare la realtà dei fatti» afferma in una nota di precisazioni, «l´ordinanza non nega i diritti del nascituro, ma ristabilisce l´ordine di tutela degli interessi».
Embrioni, anatema vaticano "Distruggerli è un assassinio"
Scontro dopo la sentenza di Firenze. Il Polo insorge
Interviene il cardinale Barragan Il centrodestra: giudici sovversivi
di Orazio La Rocca e Marco Reggio
ROMA - «Negli embrioni c´è la vita ed eliminarli equivale sempre ad un assassinio». L´altolà arriva dal cardinale Javier Lozano Barragan, ministro della Sanità vaticana. La Chiesa interviene così sulla sentenza del tribunale di Firenze che ha detto sì alla diagnosi preimpianto quando c´è il rischio di gravi forme di malattie trasmissibili al feto. È la seconda volta (era già successo a Cagliari lo scorso settembre) che un giudice contraddice le linee guida della legge sulla fecondazione artificiale, il cui testo vieta i test genetici sull´embrione. E ora è di nuovo scontro aperto.
Anche il centrodestra insorge contro la sentenza di Firenze e, col presidente del gruppo Udc alla Camera Luca Volontè, chiede l´intervento immediato del ministro Clemente Mastella e del vicepresidente del Csm Nicola Mancino. Il ministro della Salute, Livia Turco, conferma che le sentenza della magistratura verranno tenute «nel debito conto» prima di emanare, per decreto, le nuove linee guida della legge sulla fecondazione assistita. La legge prevede infatti l´aggiornamento delle clausole attuative ogni tre anni, in base agli aggiornamenti scientifici. E il ministro assicura che, una volta ottenuto il via libera dell´Istituto superiore di sanità e del Consiglio superiore di sanità, le linee guida saranno rese pubbliche entro la fine di gennaio del 2008.
Ma torniamo alle reazioni in Vaticano. «La morale cattolica in materia di embrioni - avverte il cardinale Barragan - è chiara e da sempre ricorda a credenti, non credenti e uomini di buona volontà che nello zigote c´è una persona umana e qualsiasi intervento che si fa per distruggerlo equivale ad uccidere une persona». Questa dottrina, puntualizza il porporato, «è stata autorevolmente ribadita più volte da Benedetto XVI, preceduto da altri papi come Giovanni Paolo II, Paolo VI e persino Pio XII».
Le linee guida attualmente in vigore sono state approvate dal Consiglio superiore di sanità il 14 luglio del 2004 e pubblicate con decreto sulla Gazzetta Ufficiale del 16 agosto del 2004. Sono vincolanti per tutte le strutture autorizzate agli interventi di fecondazione assistita e vanno aggiornate alla luce degli sviluppi tecnici e scientifici nel campo della procreazione assistita.
Due i punti che il ministro ha anticipato sulle nuove linee guida: l´accesso alle tecniche per le persone portatrici di malattie come il virus Hiv, e, appunto, la modifica delle norme sui test preimpianto, oggi vietati. Ma è indubbio che ad accelerare il processo abbia contribuito anche la sentenza del tribunale di Firenze. Il giudice ha accolto il ricorso di una donna che, affetta da una grave malattia genetica, l´esostosi (50 per cento le probabilità di trasmissione al nascituro) ha chiesto e ottenuto il test preimpianto.
E ora la sentenza e le parole del ministro dividono la politica e fanno intervenire esperti giuristi. «La legge non si tocca», afferma Volonté, che condanna «l´eugenetica nazista e scientista». Il senatore di An Alfredo Mantovano dice «no alla sovversione per via giudiziaria», mentre il senatore di Forza Italia, Gaetano Quagliariello invita ad approvare la mozione contro «attentati alla sovranità popolare». Il capogruppo della Lega in commissione sanità del Senato, Massimo Polledri apprezza l´equilibrio del ministro Livia Turco ma chiede anche che «venga in commissione a discutere le linee guida della legge 40 e su quanto i giudici devono fare: applicarla».
Di parere opposto la responsabile Giustizia dei Verdi, Paola Balducci, che apprezza il ministro e sottolinea come «la politica dovrebbe imparare dalle sentenze come quelle di Firenze». Ma c´è anche chi richiama l´attenzione sui veri protagonisti, quanti sono «penalizzati» dalla natura. In campo scende l´avvocato Gianni Baldini, legale della coppia che ha ottenuto dal giudice Isabella Mariani di Firenze il sì alla diagnosi preimpianto: «È l´ora di smettere di mistificare la realtà dei fatti» afferma in una nota di precisazioni, «l´ordinanza non nega i diritti del nascituro, ma ristabilisce l´ordine di tutela degli interessi».