L’eredità di Piergiorgio alla libertà di ricerca
Il Riformista del 20 febbraio 2007, pag. 1
di Mina Welby
A due mesi dalla morte di Piergiorgio voglio dare pubblicamente comunicazione di una sua volontà. «I testi del mio libro, Lasciatemi morire, non sono più miei, Lo stesso vale per gli articoli del Calibano e tutto quello che ho scritto sul forum dei Radicali italiani. Quei testi appartengono ai Radicali». Questo è quanto mi disse. Non ha lasciato scritto nulla, ma per me è un dovere sacrosanto essere l'esecutrice della sua volontà, del suo testamento. I primi proventi del libro, 8mila e 500 euro, li verso oggi - in occasione della prima giornata per la libertà di ricerca, a un anno dalla morte di Luca - all'associazione Luca Coscioni.
Sia nei Radicali italiani che nell'associazione Piergiorgio aveva trovato la piena e disinteressata accettazione della sua persona gravemente disabile. Si è sentito non solo accettato, ma valorizzato nelle sue capacità di arguto scrittore, fustigatore e ironico allo stesso tempo. Entra nelle coscienze e muove anche i pigri. Spero che si realizzi presto il suo desiderio che tutti quelli come lui, provati da malattie terribili, trovino presto anche in questo Paese una vita dignitosa, senza sobbarcarsi sofferenze inutili alla fine della loro vita.
Nello stesso spirito di Piergiorgio, chiedo anch'io di cogliere l'occasione di questa giornata speciale per iscriversi all'associazione Luca Coscioni, chiamando lo 06-6826. Per fare cosa? Delle tante iniziative, io ne voglio ricordare una, che mi sta particolarmente a cuore, perché Piergiorgio ha voluto esserne il primo firmatario pochi giorni prima di morire: la petizione al Parlamento italiano per un'indagine conoscitiva sull'eutanasia clandestina. Spero che il Parlamento non lasci cadere la nostra richiesta di un'indagine che faccia luce su dove e come vengono curate le persone con malattie degenerative e terminali, spesso ricoverate in reparti di terapia intensiva, asettici e per troppo tempo, anche senza necessità, con minimi contatti affettivi. Si deve poter conoscere se ci siano episodi assimilabili a vera e propria eutanasia o altri trattamenti al limite della legalità o oltre la legalità.
Inoltre, dovremmo saperne di più su come funzionano veramente le terapie del dolore, fino a che punto viene rispettata la volontà dei pazienti sul rifiuto o la cessazione di terapie o trattamenti sanitari divenuti futili. Questa è la richiesta contenuta nella "petizione Welby", con oltre 25mila firmatari di cui 170 tra gli amministratori locali. Sono felice di poter continuare ad impegnarmi per questo obiettivo. Il risultato potrebbe essere utilissimo al governo, per dare possibilità di vita e "fine-vita" più accettabile e dignitosa anche a persone con gravissime disabilità fisiche ma con alte capacità intellettive. Al Parlamento, potrebbe servire per verificare nella pratica l'adeguatezza della legislazione. Sono convinta che nessuno dovrebbe aver paura della conoscenza.
Il Riformista del 20 febbraio 2007, pag. 1
di Mina Welby
A due mesi dalla morte di Piergiorgio voglio dare pubblicamente comunicazione di una sua volontà. «I testi del mio libro, Lasciatemi morire, non sono più miei, Lo stesso vale per gli articoli del Calibano e tutto quello che ho scritto sul forum dei Radicali italiani. Quei testi appartengono ai Radicali». Questo è quanto mi disse. Non ha lasciato scritto nulla, ma per me è un dovere sacrosanto essere l'esecutrice della sua volontà, del suo testamento. I primi proventi del libro, 8mila e 500 euro, li verso oggi - in occasione della prima giornata per la libertà di ricerca, a un anno dalla morte di Luca - all'associazione Luca Coscioni.
Sia nei Radicali italiani che nell'associazione Piergiorgio aveva trovato la piena e disinteressata accettazione della sua persona gravemente disabile. Si è sentito non solo accettato, ma valorizzato nelle sue capacità di arguto scrittore, fustigatore e ironico allo stesso tempo. Entra nelle coscienze e muove anche i pigri. Spero che si realizzi presto il suo desiderio che tutti quelli come lui, provati da malattie terribili, trovino presto anche in questo Paese una vita dignitosa, senza sobbarcarsi sofferenze inutili alla fine della loro vita.
Nello stesso spirito di Piergiorgio, chiedo anch'io di cogliere l'occasione di questa giornata speciale per iscriversi all'associazione Luca Coscioni, chiamando lo 06-6826. Per fare cosa? Delle tante iniziative, io ne voglio ricordare una, che mi sta particolarmente a cuore, perché Piergiorgio ha voluto esserne il primo firmatario pochi giorni prima di morire: la petizione al Parlamento italiano per un'indagine conoscitiva sull'eutanasia clandestina. Spero che il Parlamento non lasci cadere la nostra richiesta di un'indagine che faccia luce su dove e come vengono curate le persone con malattie degenerative e terminali, spesso ricoverate in reparti di terapia intensiva, asettici e per troppo tempo, anche senza necessità, con minimi contatti affettivi. Si deve poter conoscere se ci siano episodi assimilabili a vera e propria eutanasia o altri trattamenti al limite della legalità o oltre la legalità.
Inoltre, dovremmo saperne di più su come funzionano veramente le terapie del dolore, fino a che punto viene rispettata la volontà dei pazienti sul rifiuto o la cessazione di terapie o trattamenti sanitari divenuti futili. Questa è la richiesta contenuta nella "petizione Welby", con oltre 25mila firmatari di cui 170 tra gli amministratori locali. Sono felice di poter continuare ad impegnarmi per questo obiettivo. Il risultato potrebbe essere utilissimo al governo, per dare possibilità di vita e "fine-vita" più accettabile e dignitosa anche a persone con gravissime disabilità fisiche ma con alte capacità intellettive. Al Parlamento, potrebbe servire per verificare nella pratica l'adeguatezza della legislazione. Sono convinta che nessuno dovrebbe aver paura della conoscenza.