domenica 23 dicembre 2007

Se la vita è solo un inferno

Se la vita è solo un inferno
Intervista a Mina Welby.

La Voce Repubblicana del 27 febbraio 2007, pag. 2

di Lanfranco Palazzolo

Spero che il Parlamento vari una legge trasversale. Lo pensa Mina Welby, la moglie di Piergiorgio Welby, che è stata ascoltata la scorsa settimana dalla Commissione Affari Sociali e Giustizia della Camera dei depu­tati, che sta svolgendo un'indagine conoscitiva sull'eutanasia.



Mina Welby, pensa che il Parlamento riuscirà a fare una legge sull'eutanasia?

"Sono rimasta molto soddisfatta dell'audizione. Però ho anche insistito affinchè il Parlamento svolga un'ulteriore indagine conoscitiva sull'eutanasia clandestina, specificando che non doveva essere fatta solo una legge sull'eutanasia o sulle dichia­razioni anticipate di trattamento, ma anche somministrare e dare delle cure più adeguate a tutti i malati molto gravi, ingua­ribili e terminali. Questa è una cosa molto importante, per sape­re se in Italia la clandestinità esista veramente e quali siano i numeri".



Le risposte?

"Mi hanno spiegato che avevano già fatto tutte le indagini pos­sibili su questa cosa. Voglio proprio vedere di che tipo di indagini si è trattato. Tenevo, in particolare, a ringraziare i docenti univer­sitari di diritto che sono intervenuti all'audi­zione che abbiamo svolto: il professor Reale, il professor Proietti e il professor Rescigno. Trovo che il professor Rescigno e il professor Reale abbiamo studiato a fondo la materia e il caso di Piergiorgio".



Cosa si attende dal lavoro delle Camere?

"Auspico che il Parlamento trovi una solu­zione per una legge trasversale e che si indi­vidui una modalità per aiutare tutti i malati ad arrivare tran­quilli alla fine della vita. Tante volte basta anche solo la tran­quillità. Per Piergiorgio era importante questo. Mio marito ha sentito intorno a sé la tranquillità solo negli ultimi tre giorni prima della morte, quando ha appreso che vi era la disponibili­tà di un medico, e quella di tutti noi per aiutarlo. Per lui quelli sono stati i giorni 'migliori' degli ultimi tre mesi della sua esi­stenza".



Pensa che oggi ci sia una nuova apertura da parte dei cat­tolici?

"In merito alle gerarchie ecclesiastiche voglio fare una distin­zione rispetto ai sacerdoti e non assimilarli alle gerarchie eccle­siastiche che non hanno manifestato aperture. I cattolici, in genere, sono molto determinati e integralisti: a favore della vita a tutti i costi. Non sempre la vita a tutti i costi è una vita da vivere. Credo che sia necessario diminuire il dolore ed evitare ai malati un trattamento che è diventato non solo futile, ma anche doloroso".



Cosa pensa dei nuovi casi come quello di Giovanni Nuvoli?
"Il caso di Nuvoli è molto differente. Nuvoli sta peggio di Piergiorgio. La sclerosi laterale amiotrofica è una malattia invalidante e non permette i movimenti degli arti. Il suo ricovero in ospedale non gli permette di avere l'amore che può ricevere a casa. Io mi auguro che con il suo ritorno a casa ritorni alla vita. Per questo è molto difficile parlare degli altri casi".