domenica 23 dicembre 2007

La Bioetica e la dottrina

La Bioetica e la dottrina

L'Unità del 7 febbraio 2007, pag. 27

di Maurizio Mori
Non credevo di dire nulla di particolarmente originale o controverso nel mio intervento sul l'Unità (30 gennaio), in cui lamentavo che, designando il cattolico Casavola a presiedere un Comitato Nazionale per la Bioetica composto da una larghissima maggioranza di cattolici, il governo di centro-sinistra aveva perso una buona occasione per dare al paese un segnale di novità sulla bioetica. Ma così non è stato, a considerare le numerose critiche - alcune delle quali un po´ stizzite e tanto fatue da non meritare considerazione.

Altre, invece, come quella di Adriano Ossicini su Europa del 2 febbraio, sollevano problemi importanti. Ossicini mi rimprovera tre punti: 1) di riproporre la contrapposizione tra laici e cattolici che «pensavamo superata da tempo» e che oggi è «pretestuosa»; 2) di aver detto che Casavola ha posizioni «strettamente conformi alla dottrina cattolica», lasciando intendere che ciò comporterebbe una qualche inaffidabilità per una presidenza equilibrata; 3) che sino ad ora Casavola si è occupato poco di bioetica.

A dire il vero, osservavo anche qualcosa di più, e cioè che i cattolici hanno fatto il pieno non solo nel Cnb, ma anche nella rappresentanza italiana a Bruxelles - con la nomina del cattolico Busnelli. Pur avendo posizioni diverse dalle mie, Busnelli ha dato diversi contributi importanti alla bioetica, mostrando competenza nel settore. Casavola, invece, non ha rivolto attenzione specifica alla bioetica. Qui sta un'anomalia italiana: Bush ha nominato alla presidenza della Commissione americana prima Leon Kass ed ora Edmund Pellegrino, bioeticisti conservatori, ma da tutti riconosciuti. Casavola, invece, non ha ancora dato contributi significativi alla disciplina: è certamente persona capace e (come altri) equilibrata: ma basta questo? La nomina al Cnb non è un´onorificenza, ma un servizio rispondente a criteri di comprovata competenza scientifica. Questo vale non solo per Casavola, ma anche per altri componenti del Cnb, di cui vorremmo leggere i contributi scientifici.

La vicenda del nuovo presidente si spiega ripercorrendo la storia: in prima battuta si voleva riproporre D'Agostino, ma - per la dura resistenza di alcuni ministri - si è ripiegato su Casavola, rinunciando a dare quel segnale di novità che ci si attendeva. Pazienza.

L'aspetto inquietante è che in Italia ci sono bioeticisti che, per competenza scientifica, equilibrio ed autorevolezza (anche internazionale), erano idonei a presiedere il Cnb: Stefano Rodotà, Demetrio Neri, Pino Benagiano, ed altri. Non sono stati neanche proposti per il veto cattolico: come fa il senatore Ossicini a dire che la contrapposizione tra laici e cattolici è pretestuosa, vecchia e superata?

Ha ragione a ricordare che ci sono stati dei cattolici che hanno votato «a favore del divorzio e della non punibilità dell'aborto, in nome di una laicità sofferta». Ma questo è avvenuto tre decenni fa: senatore Ossicini, da allora la chiesa cattolica è cambiata! Col pontificato di Giovanni Paolo II sono state strette le fila e si è chiusa la fase del dibattito, dell'inquietudine, della ricerca e del «dissenso»: oggi i teologi devono solo commentare e chiosare le tesi affermate dal magistero ecclesiastico, non più «pensare in proprio» per trovare nuove vie alla fede. Analogamente i politici cattolici devono seguire con docilità le direttive impartite dal magistero (leggi: Vaticano o Ruini) - soprattutto sulle questioni bioetiche. Se poi si considera che il magistero dice un «no!» secco e «non negoziabile» a quasi tutte le innovazioni apportate dalla rivoluzione bio-medica in corso, ecco presentarsi la contrapposizione tra laici e cattolici: altro che polemica vecchia! Contrapposizione che c'è, ed è palpabile ogni giorno: dalle coppie che soffrono per la legge 40/2004 o per il mancato riconoscimento dei diritti di convivenza, alle migliaia di malati come Welby, ecc. Far finta che non ci sia, caro Ossicini, è vivere in un passato ormai lontano e dissolto.

Giungiamo così al punto più importante: se la stretta conformità di Casavola alla dottrina cattolica comporti un qualche ostacolo ad un'equilibrata presidenza. In astratto, no! In pratica, però, solo chi ha un curriculum di comprovata fedeltà alla dottrina ha accesso a tali cariche. Poiché, poi, la chiesa è (e deve essere) libera di esprimere le proprie opinioni, queste diventano puntuali consegne per i cattolici ammessi alla carica. Di qui la «sovranità limitata» dell'Italia ed il monopolio sulle istituzioni etiche da parte dei cattolici - che risultano così sovradeterminati. Per questo, senatore Ossicini, sarebbe stato bello che il governo di centro-sinistra, portatore delle esigenze di innovazione del paese, avesse affidato la presidenza del Cnb ad un esperto di bioetica meno legato al cattolicesimo, religione che è ormai minoritaria nel paese e che pone troppi ostacoli al progresso civile e scientifico: la vicenda Welby ne costituisce solo l'ultima conferma.

L'auspicio, comunque, è che Casavola dia davvero nuovo impulso al Cnb, mostrando autonomia ed indipendenza. Lo può fare abbandonando ad esempio la linea tradizionale (tutta cattolica) che ha portato il Cnb ad individuare precise soluzioni normative come quella che l'embrione umano «è uno di noi». Continuare a voler proporre una precisa etica normativa porterebbe solo alle solite e già note contrapposizioni, mettendo in evidenza la maggioranza cattolica già precostituita. Se, invece, come peraltro avviene in altri Stati, il Cnb si impegnasse in quella che Flamigni chiama la «etica descrittiva», chiarendo le diverse posizioni sui vari temi in modo da favorite l'orientamento del legislatore e dei cittadini, offrirebbe un prezioso servizio al paese.

Nell'individuazione della linea direttrice del Cnb, il presidente Casavola ha un ruolo centrale, ma non assoluto: senatore Ossicini, come presidente onorario del Cnb, Lei può contribuire a far sì che il Comitato adotti la nuova linea di azione, dando così almeno un segnale deciso di novità. Sarebbe un gran bel colpo! Sarebbe anche un'ulteriore testimonianza di quella Sua «laicità sofferta» che comunque rispetto profondamente.

NOTE

presidente della Consulta di Bioetica, Milano