Best seller religiosi La"condanna" vaticana
Repubblica.it del 1 marzo 2007
di Orazio La Rocca
Nessun rogo per quei libri "scomodi" che trattano Gesù come un "semplice" uomo, privo di quell'alone di sacralità tramandataci da oltre due mila anni dalla tradizione cristiana. Nessun rogo, ma solo "confronto, approfondimento, difesa delle fonti storiche evangeliche che parlano di Cristo come di vero Dio e vero uomo". Questa, in estrema sintesi, la diplomatica "sentenza" emessa ieri sera dal simbolico tribunale ecclesiastico, nell'aula della Conciliazione del Palazzo del Laterano, alla conferenza su "Ritratti originali di Gesù, il Cristo" organizzata nell'ambito del Progetto Culturale promosso dal cardinale vicario Camillo Ruini. Un incontro di studio sulle "autentiche radici di Cristo e del cristianesimo", presentato da un comunicato ufficiale del Vicariato come una sostanziale risposta alle "storture" cristologiche contenute in due best seller, Il Codice da Vinci di Dan Brown e Inchiesta su Gesù scritto a quattro mani dal giornalista Corrado Augias - presente ieri sera nell'aula della Conciliazione - e dallo storico Mauro Pesce.
"Non vogliamo polemizzare, ma solo riflettere, interrogarci e approfondire la nostra conoscenza delle radici cristiane, partendo anche dal dibattito suscitato dalle approssimazioni emerse da alcune opere recenti", ha esordito monsignor Sergio Lanza, docente alla Pontificia università Lateranense. "Se poi queste opere contrastano con le nostre convinzioni è ancora meglio, perché - secondo il monsignore - ci costringono a ragionare ancora di più. Ma parliamo di opere serie, e non di libri come Il Codice da Vinci che opera seria non è". Più pacato il giudizio su Inchiesta su Gesù. Sia Lanza che il relatore, lo storico del Cristianesimo Antico monsignor Romano Penna, hanno dato atto ai due autori di aver fatto "comunque" un "indubbio sforzo di ricerca e di approfondimento col quale è giusto confrontarsi".
Ed infatti, nella sua esposizione Penna ha illustrato le fonti storiche della vita di Gesù, attingendo sia dai quattro Vangeli canonici, che da quelli apocrifi, facendo anche riferimento alle fonti ebraiche. E come "prove" ha citato brani di storici come Tacito, Plinio, Svetonio, Giuseppe Flavio, partendo ovviamente dalle testimonianze di chi visse con Gesù, gli apostoli, di chi lo vide morire sulla croce e risorgere. "L'originaria molteplicità dei ritratti storici di Gesù - è il ragionamento di Penna - mette in luce quanto la sua statura personale superi le nostre comuni comprensioni umane e richiede un'onesta disponibilità al suo mistero". Senza questa "disponibilità non si può conoscere a fondo Gesù". E sta proprio qui, fa capire il docente, l'aspetto meno convincente dell'Inchiesta di Augias-Pesce.
Repubblica.it del 1 marzo 2007
di Orazio La Rocca
Nessun rogo per quei libri "scomodi" che trattano Gesù come un "semplice" uomo, privo di quell'alone di sacralità tramandataci da oltre due mila anni dalla tradizione cristiana. Nessun rogo, ma solo "confronto, approfondimento, difesa delle fonti storiche evangeliche che parlano di Cristo come di vero Dio e vero uomo". Questa, in estrema sintesi, la diplomatica "sentenza" emessa ieri sera dal simbolico tribunale ecclesiastico, nell'aula della Conciliazione del Palazzo del Laterano, alla conferenza su "Ritratti originali di Gesù, il Cristo" organizzata nell'ambito del Progetto Culturale promosso dal cardinale vicario Camillo Ruini. Un incontro di studio sulle "autentiche radici di Cristo e del cristianesimo", presentato da un comunicato ufficiale del Vicariato come una sostanziale risposta alle "storture" cristologiche contenute in due best seller, Il Codice da Vinci di Dan Brown e Inchiesta su Gesù scritto a quattro mani dal giornalista Corrado Augias - presente ieri sera nell'aula della Conciliazione - e dallo storico Mauro Pesce.
"Non vogliamo polemizzare, ma solo riflettere, interrogarci e approfondire la nostra conoscenza delle radici cristiane, partendo anche dal dibattito suscitato dalle approssimazioni emerse da alcune opere recenti", ha esordito monsignor Sergio Lanza, docente alla Pontificia università Lateranense. "Se poi queste opere contrastano con le nostre convinzioni è ancora meglio, perché - secondo il monsignore - ci costringono a ragionare ancora di più. Ma parliamo di opere serie, e non di libri come Il Codice da Vinci che opera seria non è". Più pacato il giudizio su Inchiesta su Gesù. Sia Lanza che il relatore, lo storico del Cristianesimo Antico monsignor Romano Penna, hanno dato atto ai due autori di aver fatto "comunque" un "indubbio sforzo di ricerca e di approfondimento col quale è giusto confrontarsi".
Ed infatti, nella sua esposizione Penna ha illustrato le fonti storiche della vita di Gesù, attingendo sia dai quattro Vangeli canonici, che da quelli apocrifi, facendo anche riferimento alle fonti ebraiche. E come "prove" ha citato brani di storici come Tacito, Plinio, Svetonio, Giuseppe Flavio, partendo ovviamente dalle testimonianze di chi visse con Gesù, gli apostoli, di chi lo vide morire sulla croce e risorgere. "L'originaria molteplicità dei ritratti storici di Gesù - è il ragionamento di Penna - mette in luce quanto la sua statura personale superi le nostre comuni comprensioni umane e richiede un'onesta disponibilità al suo mistero". Senza questa "disponibilità non si può conoscere a fondo Gesù". E sta proprio qui, fa capire il docente, l'aspetto meno convincente dell'Inchiesta di Augias-Pesce.