194, puntuale arriva l'affondo di Ratzinger
L'Unità del 4 febbraio 2008, pag. 4
L'occasione è ghiotta per Papa Ratzinger, la Giornata nazionale per la vita. «Rispettare, tutelare e promuovere la vita umana sia prima della nascita che nella sua fase terminale», è il nuovo affondo che Benedetto XVI ha rivolto davanti a oltre 40 mila fedeli riuniti ieri a piazza San Pietro, e che arriva proprio all'indomani di un documento congiunto - firmato dai direttori delle cliniche delle facoltà di Medicina della Sapienza, Tor Vergata, Cattolica e Campus Biomedico - in cui si evidenzia che «un neonato vitale, in estrema prematurità, va trattato come qualsiasi persona in condizioni di rischio, assistito adeguatamente» in caso di aborto terapeutico, anche senza il consenso della madre. Ed è subito polemica politica. Mentre ad un convegno a Cassino partono le contestazioni contro Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, che ha ribadito la moratoria sull'aborto, e la teodem Paola Binetti, al grido di: «Vergogna, vergogna». «La civiltà di un popolo - ha detto il Papa ricordando il messaggio dei vescovi per la 30° Giornata per la Vita - si misura dalla sua capacità di servire la vita. Ognuno, secondo le proprie possibilità, professionalità e competenze si senta sempre spinto ad amare e servire la vita, dal suo inizio al suo naturale tramonto. È infatti impegno di tutti accogliere la vita umana come dono da rispettare, tutelare e promuovere, ancor più quando essa è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, sia prima della nascita che nella sua fase terminale». Un monito-appello che scatena subito un acceso dibattito sulla tutela della vita fin dal suo concepimento, ma anche sulla revisione della 194, già chiesta dal cardinal Ruini e dai vescovi italiani.
Se il presidente della Camera Fausto Bertinotti dice di ascoltare «con rispetto e distanza» le parole di Benedetto XVI sull'aborto, senza alcuna «dipendenza», Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani, accusa i «potenti del Vaticano» perché «vogliono scegliere per gli altri: al posto dei genitori, della madre. E vogliono prendere decisioni sulla vita di innocenti condannandoli a un'esistenza di inferno sulla Terra». Plaude al documento dei quattro atenei romani il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, secondo cui «un Paese che vuole aprirsi al futuro, non può che difendere la vita fin dal suo concepimento». Per Paola Binetti, teodem del Pd, contestata insieme a Ferrara a Cassino, «il diritto di essere nato da diritto ad essere rianimato» e chiede al Parlamento di assumere una condizione diversa dalla 194. E in serata interviene Livia Turco, ministro della Salute: «Quel documento degli atenei non parla della legge 194, legge importante che va difesa e ben applicata. Fa una raccomandazione agli operatori: sui prematuri estremi cure senza accanimento, coinvolgendo passo dopo passo i genitori».
Ma intanto quel documento ha diviso il mondo scientifico. «Il suo contenuto è una sequenza di sciocchezze e di aggressioni che non tengono conto della verità dei fatti e che i miei colleghi si potevano risparmiare», è il commento di Carlo Flamigni, membro del Comitato nazionale di bioetica. «Sono dichiarazioni superflue e fastidiose - sottolinea -, perché è tutto contenuto nella legge 194 che prevede che, quando il feto è vitale, non valga la richiesta di interruzione per malconformazione e per problemi psicologici». E Claudio Giorlandino, presidente della Sidip: «Rianimare un feto anche contro la volontà della madre significa ingannare i genitori». Mentre Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, auspica invece «l'esempio».
L'Unità del 4 febbraio 2008, pag. 4
L'occasione è ghiotta per Papa Ratzinger, la Giornata nazionale per la vita. «Rispettare, tutelare e promuovere la vita umana sia prima della nascita che nella sua fase terminale», è il nuovo affondo che Benedetto XVI ha rivolto davanti a oltre 40 mila fedeli riuniti ieri a piazza San Pietro, e che arriva proprio all'indomani di un documento congiunto - firmato dai direttori delle cliniche delle facoltà di Medicina della Sapienza, Tor Vergata, Cattolica e Campus Biomedico - in cui si evidenzia che «un neonato vitale, in estrema prematurità, va trattato come qualsiasi persona in condizioni di rischio, assistito adeguatamente» in caso di aborto terapeutico, anche senza il consenso della madre. Ed è subito polemica politica. Mentre ad un convegno a Cassino partono le contestazioni contro Giuliano Ferrara, direttore de Il Foglio, che ha ribadito la moratoria sull'aborto, e la teodem Paola Binetti, al grido di: «Vergogna, vergogna». «La civiltà di un popolo - ha detto il Papa ricordando il messaggio dei vescovi per la 30° Giornata per la Vita - si misura dalla sua capacità di servire la vita. Ognuno, secondo le proprie possibilità, professionalità e competenze si senta sempre spinto ad amare e servire la vita, dal suo inizio al suo naturale tramonto. È infatti impegno di tutti accogliere la vita umana come dono da rispettare, tutelare e promuovere, ancor più quando essa è fragile e bisognosa di attenzioni e di cure, sia prima della nascita che nella sua fase terminale». Un monito-appello che scatena subito un acceso dibattito sulla tutela della vita fin dal suo concepimento, ma anche sulla revisione della 194, già chiesta dal cardinal Ruini e dai vescovi italiani.
Se il presidente della Camera Fausto Bertinotti dice di ascoltare «con rispetto e distanza» le parole di Benedetto XVI sull'aborto, senza alcuna «dipendenza», Rita Bernardini, segretaria dei Radicali Italiani, accusa i «potenti del Vaticano» perché «vogliono scegliere per gli altri: al posto dei genitori, della madre. E vogliono prendere decisioni sulla vita di innocenti condannandoli a un'esistenza di inferno sulla Terra». Plaude al documento dei quattro atenei romani il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa, secondo cui «un Paese che vuole aprirsi al futuro, non può che difendere la vita fin dal suo concepimento». Per Paola Binetti, teodem del Pd, contestata insieme a Ferrara a Cassino, «il diritto di essere nato da diritto ad essere rianimato» e chiede al Parlamento di assumere una condizione diversa dalla 194. E in serata interviene Livia Turco, ministro della Salute: «Quel documento degli atenei non parla della legge 194, legge importante che va difesa e ben applicata. Fa una raccomandazione agli operatori: sui prematuri estremi cure senza accanimento, coinvolgendo passo dopo passo i genitori».
Ma intanto quel documento ha diviso il mondo scientifico. «Il suo contenuto è una sequenza di sciocchezze e di aggressioni che non tengono conto della verità dei fatti e che i miei colleghi si potevano risparmiare», è il commento di Carlo Flamigni, membro del Comitato nazionale di bioetica. «Sono dichiarazioni superflue e fastidiose - sottolinea -, perché è tutto contenuto nella legge 194 che prevede che, quando il feto è vitale, non valga la richiesta di interruzione per malconformazione e per problemi psicologici». E Claudio Giorlandino, presidente della Sidip: «Rianimare un feto anche contro la volontà della madre significa ingannare i genitori». Mentre Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita, auspica invece «l'esempio».