martedì 5 febbraio 2008

L'impegno per la riforma della politica parte dal corpo dei malati

L'impegno per la riforma della politica parte dal corpo dei malati

Il Riformista del 5 febbraio 2008, pag. 3

di Marco Cappato e Maurizio Turco

Il VI Congresso della Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica si svolgerà dal 15 al 17 feb­braio in Campania, la regione sommer­sa dai rifiuti - non, per fortuna, Salerno, la bella città che ci ospita -, dal dissesto idrogeologico e ambientale, ma soprat­tutto dal degrado istituzionale. La scelta della sede avvenne cogliendo la genero­sa disponibilità locale: dobbiamo ora trasformarla in una grande opportunità. Non tanto e non solo per i militanti del­la Coscioni o per i Radicali, ma per i cit­tadini di questo Paese. Mentre scrivia­mo, siamo agli inizi di una crisi politica dagli esiti incerti, che si inserisce in una profonda crisi istituzionale e sociale.



Le condizioni di illegalità sistematica che rendono impraticabile il gioco demo­cratico sono, nel Mezzogiorno, ancor più soffocanti. Il congresso della nostra asso­ciazione è chiamato dunque a essere an­che il congresso dell'iniziativa - a partire dal Mezzogiorno ma non solo per il Mezzogiorno - per una riforma possibile della politica, partendo da quei temi della li­bertà individuale e dei nuovi diritti civili che investono in primo luogo il «corpo dei malati»: il perimetro del corpo, della salute e della malattia dal quale la rivolta individuale si può trasformare in rivolu­zione civile e non-violenta, come compre­sero e vollero Coscioni e Welby. Dal cor­po di cittadini malati e disabili assediati dalla malapolitica (che questo è il vero nome di ogni malasanità) possono arriva­re energie e risorse per la riforma laica e liberale del nostro Paese. È la grande sco­perta dei nostri tempi, e non solo per l'I­talia. Uno slogan radicale degli anni '60 diceva, riferendosi a Roma: «Capitale corrotta, nazione infetta».



Oggi, è la nazione tutta a essere cor­rotta, corrotta nel cuore delle sue istitu­zioni, là dove dovrebbe fondarsi la vita democratica: cioè il rispetto delle regole. Per curare la «nazione corrotta», nell'ul­timo anno, gli unici progressi, le uniche riforme laiche e di libertà, sono state quelle compiute a partire dal corpo dei malati organizzati nella nostra associazione: dal corpo di Piergiorgio Welby in­nanzitutto, con il prezioso contributo for­nito al dibattito sul testamento biologico, il proscioglimento del dottar Mario Ric­cio e l'impegno strappato al governo per­ché stanziasse 10 milioni di euro per ridare la parola a migliaia di disabili resi mu­ti dal male; dal corpo di Eluana Englaro, fatto oggetto di trattamenti imposti da quindici anni, con il pronunciamento del­la Corte di Cassazione sulla validità di «direttive anticipate» anche in assenza di una legge sul testamento biologico; dai corpi dei portatori di malattie genetiche ai quali i tribunali di Cagliari e Firenze hanno consentito l'analisi genetica pre­impianto per ridurre il ri­schio di mettere al mondo un figlio gravemente malato; dal corpo di Giovanni Nuvo­li, che si è sottratto con otto giorni di iniziativa non-violenta al ricatto di chi usò per­fino le forze dell'ordine per prolungarne la tortura.



Proseguiremo riportan­do sui singoli casi concreti i discorsi astrat­ti, le definizioni di «sana» e «buona» lai­cità usate per nascondere l'incapacità di fare le riforme necessaria Molto spesso, tra preferenze morali ipocritamente au­spicate e concrete leggi dello Stato valide per tutti, passa un abisso che non si fa nul­la per rimuovere: e invece è alla donna che vuole accedere all'analisi pre-impianto o all'aborto farmacologico o alla pillola-del-giorno-dopo che si deve risponde­re, subito e con chiarezza, indicandole se può prendere le sue decisioni legalmente oppure se - con il trucco di una moratoria non criminalizzante o la prevaricazione di farmacisti che esercitano l'«imposizione di coscienza» e ospedali che accettano «obiettori» della 194 - dovrà rivolgersi all'estero o alla clandestinità. Partire dal cor­po dei malati, dai casi indivi­duali, significa muoversi su un terreno molto fragile, otte­nendo risultati che possono facilmente essere ribaltati, in un Paese dove la classe politi­ca è paralizzata da chi usa la religione come strumento di potere, da chi ritiene che proprio le scelte più diffici­li, più belle e drammatiche della vita deb­bano essere sottratte alla libertà e respon­sabilità individuale. Sull'amore, sulla fami­glia, sul sesso, sulle cure, sulla morte, sulla riproduzione, sulla vita, per costoro la li­bertà è ridotta e svilita a mero capriccio, a consumo, a desiderio, cioè a disvalori da denunciare e porre sotto accusa, per sostituirli con le false certezze dei dogmatismi di cui si ergono a soli arbitri e custodi.



L'ultimo congresso di un soggetto ra­dicale nel Mezzogiorno d'Italia si tenne nel 1978 a Bari. Oggi l'Associazione Luca Coscioni riparte dalla Campania, e l'occa­sione del Congresso di Salerno non va dissipata. Una partecipazione in più o in meno potrà essere decisiva. Un medico, un malato, un militante, un cittadino in più presente a Salerno può fare la differenza, perché porta una storia, un volto, una testimonianza, una esigenza persona­le dalla quale può affermarsi nuova li­bertà per tutti. Uno scienziato o una per­sona con disabilità che donino tempo, sol­di ed energie preziose per stare due gior­ni insieme, a discutere il da farsi sulla ricerca scientifica, sulla «vita indipenden­te», sull'autodeterminazione nelle cure, sulle politiche per il rilancio della ricerca e dell'università, possono essere determi­nanti. Uno in più conterà anche perché, clandestini come siamo - come è stato Lu­ca fino al giorno della sua morte, nono­stante l'appoggio dei 57 Premi Nobel alla sua candidatura per le elezioni politiche del 2001, come è stato per anni il dirigen­te radicale Piergiorgio Welby, noto tutt'al più ai naviganti del forum di www.radicali.it - l'annuncio del nuovo possibile, di una democrazia in grado di governare la tecnica e il progresso invece di consegnar­li nelle mani di governi antidemocratici e fondamentalisti, viaggerà sui corpi e sulle parole di chi avrà scelto di esserci.



Per questo ti chiediamo di essere puntuale,! 15 febbraio alle 14.30, al Palaz­zo di Città di Salerno, e di rimanere fino al primo pomeriggio del 17 febbraio. Do­vremo decidere - e il dibattito precongres­suale è già aperto su www.lucacoscioni.it - su cosa impegnarci, su quali forme dovrà darsi l'associazione con le sue cellule loca­li o tematiche sul territorio, nelle università e negli ospedali, interferendo con le elezioni nelle università o degli ordini dei medici, riprendendo il grande progetto di Luca Coscioni del Congresso mondiale per la Libertà di Ricerca. Infine ti chiediamo, se non lo hai già fatto, di iscriverti al­l'associazione Coscioni per il 2008. Con Maria Antonietta Coscioni e Gilberto Corbellini, con Piergiorgjo Strata e con Mina Welby, ti aspettiamo a Salerno.

NOTE

segretario e tesoriere associazione Coscioni