Ratzinger arruola i farmacisti
La Stampa del 30 ottobre 2007, pag. 5
di Giacomo Galeazzi
Monito di Benedetto XVI ai governi per rivendicare l'obiezione di coscienza dei farmacisti. Il Pontefice, davanti al congresso internazionale dei farmacisti cattolici, ribadisce il diritto a «non collaborare, direttamente o indirettamente, alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali, come per esempio l'aborto e l'eutanasia».
Non è possibile «anestetizzare le coscienze», avverte Joseph Ratzinger, chiamando in causa «gli effetti delle molecole che hanno per scopo quello di evitare l'annidamento di un embrione o abbreviare la vita di una persona». Ai farmacisti cattolici viene richiesto «un sussulto d'umanità, affinché tutti gli esseri siano protetti dal concepimento fino alla morte naturale e che i medicinali abbiano il loro ruolo terapeutico».
Un duro affondo, quindi, su questioni particolarmente calde del confronto Chiesa-Stato. Inoltre invoca la solidarietà nel campo terapeutico, per permettere «un accesso alle cure e ai medicinali di prima necessità» ai poveri. «Nessuna persona può essere considerata, in maniera inconsiderata, come un oggetto, per realizzare sperimentazioni terapeutiche -ammonisce il Papa -. Vanno rispettate le norme etiche fondamentali. Le sperimentazioni devono avere per scopo un miglioramento delle condizioni dell'essere umano, e non solamente l'attenzione alio sviluppo delle ricerche scientifiche».
L'altolà del Papa, spiega Maria Luisa Di Pietro, presidente di «Scienza e vita» e bioeticista dell'Università Cattolica, è alla «pillola del giorno dopo». «L'obiezione di coscienza riguarda anche la pillola abortiva Ru486 che in alcuni Paesi europei è in vendita e in Italia è in sperimentazione», precisa Di Pietro. Ma il Pontefice si riferisce anche al «kit dell'eutanasia», già commercializzato a 60 euro in Belgio e Olanda.
«I farmacisti riflettano sulle funzioni sempre più ampie che sono chiamati ad avere come intermediari tra la medicina e il paziente - raccomanda Benedetto XVI -.Hanno un ruolo educativo sui pazienti per un uso giusto dell'utilizzo dei t'armaci e soprattutto per fare conoscere le implicazioni etiche dell'utilizzo di certi medicinali». Parole nette che nel Parlamento ottengono adesioni nel centrodestra e dissensi nella maggioranza per l’«inge-renza ecclesiastica». Si dividono anche gli operatori del settore con l'Ordine dei farmacisti favorevole all'obiezione di coscienza e Federfarma contraria («senza legge non si può: i cittadini hanno il diritto di trovare in farmacia i medicinali prescritti dal medico»). Il Papa, dice il radicale Silvio Viale «invoca l'obiezione dei farmacisti per ricattare i governi e imporre ai cattolici la propria volontà». Il Papa, obietta Maurizio Lupi di Forza Italia, dimostra il coraggio della testimonianza umana e cristiana.
Una polemica così accesa da richiedere in serata la precisazione del portavoce vaticano. «L'obiezione di coscienza è un diritto e i farmacisti, proprio come i medici, sono chiamati esplicitamente a non collaborare a ciò che va contro la vita in modo diretto - dice padre Lombardi-. Il Papa si è limitato ad esprimere un concetto classico già ribadito anche dall'Accademia per la Vita. Chiedere il rispetto del diritto all'obiezione di coscienza è una linea molto chiara con cui la Chiesa testimonia il suo servizio alla vita nella società odierna».
La Stampa del 30 ottobre 2007, pag. 5
di Giacomo Galeazzi
Monito di Benedetto XVI ai governi per rivendicare l'obiezione di coscienza dei farmacisti. Il Pontefice, davanti al congresso internazionale dei farmacisti cattolici, ribadisce il diritto a «non collaborare, direttamente o indirettamente, alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immorali, come per esempio l'aborto e l'eutanasia».
Non è possibile «anestetizzare le coscienze», avverte Joseph Ratzinger, chiamando in causa «gli effetti delle molecole che hanno per scopo quello di evitare l'annidamento di un embrione o abbreviare la vita di una persona». Ai farmacisti cattolici viene richiesto «un sussulto d'umanità, affinché tutti gli esseri siano protetti dal concepimento fino alla morte naturale e che i medicinali abbiano il loro ruolo terapeutico».
Un duro affondo, quindi, su questioni particolarmente calde del confronto Chiesa-Stato. Inoltre invoca la solidarietà nel campo terapeutico, per permettere «un accesso alle cure e ai medicinali di prima necessità» ai poveri. «Nessuna persona può essere considerata, in maniera inconsiderata, come un oggetto, per realizzare sperimentazioni terapeutiche -ammonisce il Papa -. Vanno rispettate le norme etiche fondamentali. Le sperimentazioni devono avere per scopo un miglioramento delle condizioni dell'essere umano, e non solamente l'attenzione alio sviluppo delle ricerche scientifiche».
L'altolà del Papa, spiega Maria Luisa Di Pietro, presidente di «Scienza e vita» e bioeticista dell'Università Cattolica, è alla «pillola del giorno dopo». «L'obiezione di coscienza riguarda anche la pillola abortiva Ru486 che in alcuni Paesi europei è in vendita e in Italia è in sperimentazione», precisa Di Pietro. Ma il Pontefice si riferisce anche al «kit dell'eutanasia», già commercializzato a 60 euro in Belgio e Olanda.
«I farmacisti riflettano sulle funzioni sempre più ampie che sono chiamati ad avere come intermediari tra la medicina e il paziente - raccomanda Benedetto XVI -.Hanno un ruolo educativo sui pazienti per un uso giusto dell'utilizzo dei t'armaci e soprattutto per fare conoscere le implicazioni etiche dell'utilizzo di certi medicinali». Parole nette che nel Parlamento ottengono adesioni nel centrodestra e dissensi nella maggioranza per l’«inge-renza ecclesiastica». Si dividono anche gli operatori del settore con l'Ordine dei farmacisti favorevole all'obiezione di coscienza e Federfarma contraria («senza legge non si può: i cittadini hanno il diritto di trovare in farmacia i medicinali prescritti dal medico»). Il Papa, dice il radicale Silvio Viale «invoca l'obiezione dei farmacisti per ricattare i governi e imporre ai cattolici la propria volontà». Il Papa, obietta Maurizio Lupi di Forza Italia, dimostra il coraggio della testimonianza umana e cristiana.
Una polemica così accesa da richiedere in serata la precisazione del portavoce vaticano. «L'obiezione di coscienza è un diritto e i farmacisti, proprio come i medici, sono chiamati esplicitamente a non collaborare a ciò che va contro la vita in modo diretto - dice padre Lombardi-. Il Papa si è limitato ad esprimere un concetto classico già ribadito anche dall'Accademia per la Vita. Chiedere il rispetto del diritto all'obiezione di coscienza è una linea molto chiara con cui la Chiesa testimonia il suo servizio alla vita nella società odierna».