sabato 15 dicembre 2007

Ratzinger arruola i farmacisti

Ratzinger arruola i farmacisti

La Stampa del 30 ottobre 2007, pag. 5

di Giacomo Galeazzi

Monito di Benedetto XVI ai governi per rivendicare l'obiezione di coscienza dei farmacisti. Il Pontefice, da­vanti al congresso internazio­nale dei farmacisti cattolici, ribadisce il diritto a «non collaborare, direttamente o indi­rettamente, alla fornitura di prodotti che hanno per scopo scelte chiaramente immora­li, come per esempio l'aborto e l'eutanasia».



Non è possibile «aneste­tizzare le coscienze», avver­te Joseph Ratzinger, chia­mando in causa «gli effetti delle molecole che hanno per scopo quello di evitare l'annidamento di un embrio­ne o abbreviare la vita di una persona». Ai farmacisti cattolici viene richiesto «un sussulto d'umanità, affin­ché tutti gli esseri siano pro­tetti dal concepimento fino alla morte naturale e che i medicinali abbiano il loro ruolo terapeutico».



Un duro affondo, quindi, su questioni particolarmen­te calde del confronto Chie­sa-Stato. Inoltre invoca la so­lidarietà nel campo terapeu­tico, per permettere «un ac­cesso alle cure e ai medicina­li di prima necessità» ai po­veri. «Nessuna persona può essere considerata, in manie­ra inconsiderata, come un oggetto, per realizzare speri­mentazioni terapeutiche -ammonisce il Papa -. Vanno rispettate le norme etiche fondamentali. Le sperimen­tazioni devono avere per sco­po un miglioramento delle condizioni dell'essere uma­no, e non solamente l'atten­zione alio sviluppo delle ri­cerche scientifiche».



L'altolà del Papa, spiega Maria Luisa Di Pietro, presi­dente di «Scienza e vita» e bioeticista dell'Università Cattolica, è alla «pillola del giorno dopo». «L'obiezione di coscienza riguarda anche la pillola abortiva Ru486 che in alcuni Paesi europei è in ven­dita e in Italia è in sperimen­tazione», precisa Di Pietro. Ma il Pontefice si riferisce an­che al «kit dell'eutanasia», già commercializzato a 60 euro in Belgio e Olanda.



«I farmacisti riflettano sul­le funzioni sempre più ampie che sono chiamati ad avere co­me intermediari tra la medici­na e il paziente - raccomanda Benedetto XVI -.Hanno un ruolo educativo sui pazienti per un uso giusto dell'utilizzo dei t'armaci e soprattutto per fare conoscere le implicazioni etiche dell'utilizzo di certi me­dicinali». Parole nette che nel Parlamento ottengono adesio­ni nel centrodestra e dissensi nella maggioranza per l’«inge-renza ecclesiastica». Si dividono anche gli operatori del set­tore con l'Ordine dei farmaci­sti favorevole all'obiezione di coscienza e Federfarma con­traria («senza legge non si può: i cittadini hanno il diritto di trovare in farmacia i medi­cinali prescritti dal medico»). Il Papa, dice il radicale Silvio Viale «invoca l'obiezione dei farmacisti per ricattare i go­verni e imporre ai cattolici la propria volontà». Il Papa, obietta Maurizio Lupi di For­za Italia, dimostra il coraggio della testimonianza umana e cristiana.



Una polemica così accesa da richiedere in serata la pre­cisazione del portavoce vatica­no. «L'obiezione di coscienza è un diritto e i farmacisti, pro­prio come i medici, sono chia­mati esplicitamente a non collaborare a ciò che va contro la vita in modo diretto - dice pa­dre Lombardi-. Il Papa si è li­mitato ad esprimere un con­cetto classico già ribadito an­che dall'Accademia per la Vi­ta. Chiedere il rispetto del di­ritto all'obiezione di coscienza è una linea molto chiara con cui la Chiesa testimonia il suo servizio alla vita nella società odierna».