lunedì 17 dicembre 2007

Agevolazioni fiscali alla Chiesa l'Ue chiede spiegazioni a Roma

Agevolazioni fiscali alla Chiesa l'Ue chiede spiegazioni a Roma

L'Unità del 29 agosto 2007, pag. 1

di Sergio Sergi

Lo Stato italiano viola le nor­me comunitarie sugli aiuti di Stato in favore della Chiesa cattolica? È stata questa la domanda presente negli esposti presentati alla Commissione europea da almeno tre distinti «soggetti». Insomma, una de­nuncia in piena regola che la Commissione Barroso non po­teva eludere e, una volta accer­tata una certa fondatezza del­l'assunto, non poteva esimersi dall'aprire la procedura previ­sta. Dunque, nessuna «offensi­va anticlericale» è partita da Bruxelles.



Nessuna direttiva particolare da­gli uffici della commissaria alla Concorrenza Neelie Kroes, a proposito dell'ipotesi, solo ipotesi, di favoritismi non conformi alle regole Ue, quando si è tratta­to di concedere l'esenzione per il pa­gamento dell'lci, l'im­posta sugli immobili. Piutto­sto si tratta di un accertamen­to che l'Ue è in dovere di com­piere e che ha preso le mosse dalle denunce arrivate sul ta­volo della commissaria olan­dese e che sono state rinviate subito in Italia con una richie­sta di chiarimenti al governo italiano. E la Santa Sede ieri, sgombrando il campo da una serie di confusionarie dichia­razioni rilasciate da alcuni esponenti politici dell'opposi­zione, ha chiarito che il Con­cordato non c'entra proprio nulla. La "questione", è stato detto in una nota della sala stampa vaticana, riguarda gli "enti ecclesiastici della Chie­sa italiana e su questo punto la Cei ha già risposto in ma­niera esauriente". L'ex mini­stro Buttiglione aveva detto nel pomeriggio che la "fonte giuridica è nel Concordato, nel trattato internazionale tra due Stati". Colpito da fuo­co amico.



La prima lettera spedita da Bruxelles risalirebbe allo scor­so mese di gennaio e riguarde­rebbe una norma contenuta nell'ultima legge finanziaria approvata dal governo Berlusconi. Però è toccato al gover­no Prodi rispondere, cosa che è stata fatta all'inizio dell'esta­te. Ma la commissaria Kroes non sarebbe stata del tutto convinta dalle spiegazioni da­te e ha chiesto un supplemen­to di indagine, attraverso una seconda lettera. Il portavoce, Jonathan Todd, ha conferma­to la richiesta di "informazio­ni supplementari" su "certi vantaggi fiscali delle chiese italiane". Delle chiese, al plu­rale. Dunque, non soltanto nei confronti della Chiesa cat­tolica. Se del caso, si trattarebbe di un'inchiesta su aiuti di Stato illegali. Il portavoce ha chiarito che non si è ancora nella fase di apertura di un'in­chiesta, questa decisione non è stata presa perché ci si trova in una fase precedente. La Commissione Barroso chiede­rà, pertanto, informazioni supplementari "in forma scrit­ta o verbale" ma non è stato specificato quando ciò avver­rà. Gli uffici dell'antitrust eu­ropeo solleciteranno chiari­menti anche a proposito del­le riduzioni d'imposta conces­se alle imprese commerciali appartenenti alla Chiesa. Informato delle obiezioni e dei dubbi sul diritto e la compe­tenza dell'Unione a interveni­re in materia, il portavoce ha spiegato che "in ogni settore dove insistono attività economiche, c'è il rischio di distor­sioni del mercato". Parlando in linea generale, Jonathan Todd ha affermato che, nel caso in cui l'inchiesta accer­tasse irregolarità, le autorità italiane dovrebbero farsi cari­co di recuperare gli aiuti "ille­galmente" concessi.



Secondo alcune norme conte­nute in un decreto del gover­no Berlusconi, che ha legifera­to dopo una sentenza della Corte costituzionale, e alcuni decreti del governo Prodi, la Chiesa paga per l’Ici percen­tuali che variano dal 5 al 10 per cento per le tutte le attivi­tà "non esclusivamente com­merciali". Ciò significa che al­lo Stato italiano non entrano nelle casse somme pari a qualcosa come 400 milioni di eu­ro l'anno. La replica di molti esponenti politici (e non solo di centro destra) alla richiesta si spiegazioni di Bruxelles è andata spesso al di là delle ri­ghe. Si va dalla comica propo­sta del leghista Calderoli sul­la scomunica dell'Ue alla tas­sativa conclusioni del dc autonomo Rotondi il quale av­verte un "vento anticristia­no", da Gasparri che lamenta un'"aggressione economica" alla Chiesa ad Alemanno che denuncia uno "schematismo liberista" e antisociale della Commissione dove siedono fior fiore di cattolici come Barroso e Frattini, da Butti­glione che, da commissario bocciato, sostiene che l'Ue non abbia competenze per in­tervenire, sino al ministro Guardasigilli Mastella il qua­le si augura che non si alzi il "solito polverone anticlerica­le".



Il radicale Turco, appassiona­to cultore della materia, ha sa­lutato la decisione di Bruxel­les con un "ben venga" la vigilanza dell'Ue sulla nostra legislazione, Marco Pannella ha chiesto che si "risponda nel merito" alle richieste comunitarie e Marina Sereni, vice pre­sidente Gruppo Ulivo alla Ca­mera, ha detto che l'aver scel­to di stare nell'Ue comporta il rispetto delle norme. Il ministro del Lavoro, Damiano, ha commentato: "La penso co­me Cavour, libera Chiesa in libero Stato".