E in cassa finisce anche quasi tutto l' 8 per mille
La Repubblica del 29 agosto 2007, pag. 5
di Laura Troja
La chiave è lì: comma 3 della legge (la 222/85) che attua la revisione del Concordato. Il comma in questione riguarda l'otto per mille sull'Irpef: «Le destinazioni vengono stabilite sulla base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi». Ma «in caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse». Un dettaglio, se non fosse che quella delle "non scelte" è la quota più consistente degli italiani che compilano la dichiarazione dei redditi. Il 60 per cento. Il restante 40 sceglie. Tra Stato (circa 3%), Chiesa Cattolica (circa 36%) e altre cinque confessioni religiose. Ora 36, rapportato al 40 di chi esprime una scelta, fa 90%. È quanto delle quote inoptate tocca alla Chiesa. Tradotto in euro, con quello che arriva per decisione esplicita dei dichiaranti: quasi un miliardo l'anno (991.278.769 euro nel 2007).
Un meccanismo «paradossale», nota Lanfranco Turci, Rosa nel Pugno : «Così il "silenzio" vale come pronuncia di un'intenzione, ma chi non risponde è convinto che l'otto per mille vada dritto al Fisco». Un gruppo di studio è al lavoro su una proposta di legge che dia l'otto per mille non optato ai Comuni per finalità sociali. Ma, spiega Turci, «la norma è frutto di un accordo tra stati, il nostro e il Vaticano, se prima non si modifica quello non può essere toccata». Allora «basta un po' di chiarezza: il ministero del Tesoro faccia campagne informative».
La Repubblica del 29 agosto 2007, pag. 5
di Laura Troja
La chiave è lì: comma 3 della legge (la 222/85) che attua la revisione del Concordato. Il comma in questione riguarda l'otto per mille sull'Irpef: «Le destinazioni vengono stabilite sulla base delle scelte espresse dai contribuenti in sede di dichiarazione annuale dei redditi». Ma «in caso di scelte non espresse da parte dei contribuenti, la destinazione si stabilisce in proporzione alle scelte espresse». Un dettaglio, se non fosse che quella delle "non scelte" è la quota più consistente degli italiani che compilano la dichiarazione dei redditi. Il 60 per cento. Il restante 40 sceglie. Tra Stato (circa 3%), Chiesa Cattolica (circa 36%) e altre cinque confessioni religiose. Ora 36, rapportato al 40 di chi esprime una scelta, fa 90%. È quanto delle quote inoptate tocca alla Chiesa. Tradotto in euro, con quello che arriva per decisione esplicita dei dichiaranti: quasi un miliardo l'anno (991.278.769 euro nel 2007).
Un meccanismo «paradossale», nota Lanfranco Turci, Rosa nel Pugno : «Così il "silenzio" vale come pronuncia di un'intenzione, ma chi non risponde è convinto che l'otto per mille vada dritto al Fisco». Un gruppo di studio è al lavoro su una proposta di legge che dia l'otto per mille non optato ai Comuni per finalità sociali. Ma, spiega Turci, «la norma è frutto di un accordo tra stati, il nostro e il Vaticano, se prima non si modifica quello non può essere toccata». Allora «basta un po' di chiarezza: il ministero del Tesoro faccia campagne informative».