lunedì 17 dicembre 2007

Fisco e Chiesa, l'Ue chiede spiegazioni

Fisco e Chiesa, l'Ue chiede spiegazioni
La Stampa del 29 agosto 2007, pag. 2

di Marco Zatterin
Un articolo malizioso sul britannico Guardian, una domanda al portavoce della Signora Kroes, ovvero allo sceriffo europeo della concorrenza, e via col più classico degli «apriti cielo». La Commissione Ue conferma di aver chiesto ulteriori informazioni al governo italiano sulle agevolazioni fiscali di cui gode la Chiesa, segnale evidente dei dubbi sulla legittimità delle numerose esenzioni sinora. Precisa di non avere ancora deciso se aprire un'inchiesta e che, prima di farlo, dovrà valutare se ci sono state «distorsioni di mercato». Il solo sospetto, però, basta. Esplodono le reazioni dal fronte cattolico, col presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, che definisce «pretestuose» le mosse di Bruxelles. Il governo si divide e i democristiani doc lanciano gli anatemi più variegati, chiedono scomuniche (la Lega) e stigmatizzano (l'Udc) «il prevalere in Europa dei circoli radical-massonici».
La questione è lineare. Qualcuno, pare «un gruppo di imprese con interessi nel settore turistico», ha presentato un reclamo nel 2006 alla Commissione contro il variegato insieme di benefici di cui gode la Chiesa. I servizi della signora Kroes si sono mossi come da copione chiedendo lumi sull'oggetto del contendere. Tre i fronti aperti: l'esenzione dell'Ici stabilita dal governo Berlusconi con la finanziaria 2006; quella sulla tassa societaria nelle proprietà immobiliari, il 50% di deducibilità
dell'imposta societaria sulle entità senza fine di lucro. Ai primi di luglio è arrivata la replica del governo italiano che a Bruxelles una fonte definisce «così, così». Di qui la richiesta di notizie supplementari. L'inchiesta preliminare intende valutare se il conferimento di sgravi e simili abbia favorito le attività commerciali della Chiesa ai danni dei concorrenti. Se, ad esempio, una «casa di ferie» come le tante che si trovano a Roma non abbia profittato di «aiuti illegali» penalizzanti per gli altri alberghi e pensioni della capitale. Nel complesso l'Ares stima che lo sconto per i immobili della curia ad uso «non esclusivamente commerciale» causa ai comuni italiani una perdita finanziaria che ammonta a oltre 2 miliardi, l'8% della finanziaria 2006.
Il Tesoro deve rispondere «in forma scritta o verbale» ad una Commissione che ieri è sembrata sorpresa dalla veemenza del dibattito scoppiato in Italia, soprattutto dai banchi della politica. «C'è molta insistenza a presentare questi aiuti come privilegio - ha dichiarato monsignor Bagnasco -, ma non è vero, perché la Chiesa, con le sue opere di beneficenza ed i suoi interventi, cerca di mettere a frutto tutto quello che è utile per la società». Il segretario della Cei, arcivescovo Giuseppe Betori, difende la prerogativa delle imprese no profit di avere agevolazioni. La questione «non riguarda la Santa Sede in quanto è materia esterna al Concordato» è il lapidario commento della sala stampa vaticana. E in ultimo, «Famiglia Cristiana», che parla di «confusione» che viene fatta immaginando che «le mense della Caritas facciano concorrenza ai ristoranti». L'attacco del cattolici è contro Bruxelles ma un fitto fuoco di marca Cdl si concentra su Emma Bonino, ministro degli affari europei, imputata di essere il diabolico architetto dell'operazione. L'interessata si dichiara estranea alla vicenda pur confermando la sua contrarietà ai privilegi alla Chiesa. Il ministro Guardasigilli Mastella denuncia «l'evidente carattere pretestuoso della presunta violazione della concorrenza», mentre per il sottosegretario all'Economia Paolo Cento la Ue «conferma la necessità di sedersi in un tavolo Stato-Vaticano per trovare una soluzione condivisa». Maurizio Gasparri (An) condanna «l'incredibile offensiva che il Governo muove contro la Chiesa». La quale, in caso di sconfitta europea, dovrà rimborsare all'Erario le imposte non pagate.