venerdì 14 dicembre 2007

Chiese e moschee pari sono

Chiese e moschee pari sono
La Stampa del 22 novembre 2007, pag. 16

di Gian Antonio Orighi

Discriminazione contro le moschee addio. Il governo rosso-indipendentista della Catalogna (socialisti, eco-co­munisti e separatisti di sini­stra repubblicana) ha appro­vato un disegno di legge, pio­nieristico in Europa, che san­cisce l'eguaglianza di tutti i credi, Islam compreso, nell'edificazione di nuovi tempi.



Non solo: i comuni, entro 10 an­ni, dovranno obbligatoriamen­te riservare suolo pubblico per uso religioso. «La laicità ci ren­de uguali di fronte alla legge -ha rivendicato il radicale Josep Lluis Carod-Rovira, vice­premier regionale e leader di sinistra repubblicana -. È il principale messaggio che vo­gliamo inviare; il panorama re­ligioso si è diversificato e non ha senso chiudere gli occhi di fronte a questa realtà».



Il disegno di legge, contro cui si era opposta la Chiesa cattolica perché esigeva nor­me su misura per il suo mag­gior radicamento, è stato re­datto dopo consultazioni con 27 entità che rappresentano tutti i dogmi ed una loro mappatura. Nella regione ci sono 13 confessioni, 3449 templi. Ma gli unici problemi, in una comunità autonoma che rag­gruppa 300 mila musulmani (un milione in tutta la Spa­gna), provenivano dai munici­pi che rifiutavano di ospitare le moschee, ufficialmente 169, anche se quasi tutte in umilian­ti scantinati o garage.



«Con la normativa preten­diamo unificare i criteri per la concessione di licenze municipali per luoghi di riunione con fini religiosi - ha precisato il numero 2 della Catalogna, che tra le tante competenze trasfe­rite annovera anche quella de­gli Affari religiosi -. I problemi con le moschee facevano en­trare in collisione diritto alla li­bertà di culto (riconosciuto dalla Costituzione post-fran-chista del 1978) e paura degli abitanti più prossimi ai templi islamici». Il ddl, poi, contempla «il trattamento egualitario e non discriminatorio nella cessione ed autorizzazione di luoghi per le attività di fede».



La rivoluzionaria iniziati­va, il cui futuro regolamento includerà tutte le condizioni tecniche per garantire sicu­rezza ed igienicità dei templi (oltre che il loro adeguamento alla legislazione contro la con­taminazione acustica, che ri­guarderà i campanili ed i mi­nareti), è draconiano: previ­ste pure misure sanzionatorie, come la chiusura dei loca­li, per preservare sicurezza e salute pubblica. Ma non entra nella spinosa questione del terrorismo islamico che si gio­va delle 700 chiese di Allah per propagandare il jihad (so­no 325 i terroristi maomettani arrestati in Spagna dopo i 191 morti e 1.856 feriti della stra­ge compiuta da Al Qaeda a Madrid del marzo 2004).


«Il governo catalano equi­para chiese cristiane e mo­schee», esulta Webislam, gettonatissimo sito musulmano spagnolo. Il disegno di legge, di scontata approvazione, ac­coglie infatti le richieste degli imam catalani, stanchi di pre­gare in luoghi inadeguati. E, soprattutto, mette fine al­l'ostruzionismo di comuni co­me Lerida o Valls, che aveva­no risposto picche a templi maomettani, ed ad iniziative come quelle dei popolari (cen­tro-destra cattolico) di Badalona, che avevano raccolto 20 mila firme contro una nuova casa di Allah.