lunedì 17 dicembre 2007

SCARSA RICONOSCENZA. CHIESA E QUATTRINI

20/09/2007 | La Repubblica
SCARSA RICONOSCENZA. CHIESA E QUATTRINI

Alla Bsi svizzera ci sono tre conti della Santa Sede che saranno, non esagero, due-tre miliardi di euro La rivelazione nell´ultimo interrogatorio dell´ex banchiere davanti ai magistrati di Milano Vi ho sempre dato i soldi, poi son caduto in disgrazia e non chiamate mia moglie per sapere se sta bene o no Fiorani: "Per la Cassa Lombarda ho versato 15 milioni al Vaticano"



Trenta miliardi di lire, oltre 15 milioni di euro, su un conto estero del Vaticano. Mediatore il cardinale Rosalio Josè Castillo Lara, presidente emerito dell´Apsa, l´Amministrazione del patrimonio della sede apostolica. Gianpiero Fiorani, tra i suoi sostenitori, oltre ai politici di tutte le sponde, può vantare, o meglio poteva vantare grazie alle sue laute elargizioni, anche il Vaticano. Ma anche la Santa Sede, come tutti, nel momento di difficoltà gli ha voltato le spalle. A dirlo, secondo quanto riportato nel verbale integrale del 10 luglio 2007, è lo stesso Fiorani, riferendo di un suo colloquio con il cardinale Giovanni Battista Re, avvenuto dopo essere uscito dal carcere. «Voi vedete – dice Fiorani – uno che vi dà i soldi, come io v´ho sempre dato i soldi in contanti, contabile che ho, ma andava tutto bene, dall´altra parte, quando una persona poi è in disgrazia non fate neanche una chiamata a sua moglie per sapere se sta bene o se sta male». La risposta è stata: «Che la Chiesa è fatta di uomini e che gli uomini sbagliano».

E Fiorani: «Sì, sì è vero è fatta di uomini, ma se sbaglia lei, io sto parlando con lei, non sto parlando con il parroco di campagna». In effetti Giovanni Battista Re non è un cardinale qualunque, è il prefetto della Congregazione per i vescovi, una delle più importanti nella Santa sede con la competenza all´elezione dei vescovi e alla gestione delle diocesi. E Re è anche un intimo amico dell´ex governatore Antonio Fazio, tanto da aver celebrato la messa per il 25º anniversario di matrimonio dell´ex governatore con Maria Cristina Rosati, nell´agosto del 2003, presente anche la famiglia del banchiere di Lodi.

Fiorani, però, ha la memoria lunga e racconta ai magistrati milanesi, Francesco Greco, Eugenio Fusco e Giulia Perrotti, i primi versamenti fatti a favore della Chiesa: «I primi soldi neri li ho dati al cardinale Castillo Lara, quando ho comprato la Cassa Lombarda, m´ha chiesto di dargli trenta miliardi delle vecchie lire possibilmente su un conto estero, non sul conto del Vaticano». All´epoca a capo della Popolare di Lodi c´era Angelo Mazza e Fiorani era il suo braccio destro. A metà degli anni ‘90 l´istituto lodigiano rileva il 30% della Cassa Lombarda, la banca della famiglia Trabaldo Togna guidata oggi da Giuseppe Spadafora (ex Bnp Paribas), una partecipazione tenuta in portafoglio fino al 2001. «Quando abbiamo comprato la Cassa Lombarda, una quota era del Vaticano, dell´Apsa». Il passaggio avviene con un giro di acquisti intermedi: «La quota l´hanno intestata a una società della Bsi di Lugano, Bsi ha venduto, poi ha venduto, e le chiese han venduto a Trabaldo Togna e poi Trabaldo Togna ha venduto a noi», dice Fiorani.

I soldi però vengono in parte dirottati su un conto estero della Bsi, la banca della Svizzera Italiana, ora in mano alle Generali. «Noi abbiamo dichiarato un valore troppo basso – dice il Cardinale Castillo Lara secondo la ricostruzione di Fiorani – paghiamo troppe plusvalenze, allora facciamo un´operazione estero su estero». Fiorani riporta a Mazza, il quale dà l´autorizzazione al pagamento. E parte un bonifico bancario su un conto della Bsi. Perché in quella banca «ci sono tre conti del Vaticano che era, penso, non esagero dai due ai tre miliardi di euro».