Suvvia, porgete l'altra Ici
Il Riformista del 29 agosto 2007, pag. 2
E’ stata una battaglia di questo giornale e dunque fa piacere sapere che la Commissione europea ha chiesto finalmente «informazioni supplementari» su «certi vantaggi fiscali delle chiese italiane», anche se non ha ancora deciso se aprire un'inchiesta. Lo ha annunciato ieri Jonathan Todd. il portavoce del commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, facendo intendere tuttavia che nel caso si tratterebbe di un'inchiesta pesantissima. quella per aiuti di Stato. E sarebbe la prima volta che la Chiesa finisce nel mirino dell'antitrust europeo.
Passi il fatto che i luoghi di culto, cioè le chiese, non paghino l'Ici. Ma quel che risulta incomprensibile è che in oltre un anno di governo Prodi, caratterizzato da una cura di cavallo sui conti pubblici passata attraverso una finanziaria pesante, appunto, sul versante della tassazione, l'esecutivo non sia riuscita a eliminare, o almeno a modificare, una legge indifendibile, quella cioè che ha cancellato l’Ici per gli immobili commerciali in mano alla Chiesa. Una legge ereditata dal governo Berlusconi contro la quale ha sempre protestato una parte della maggioranza, segnatamente la Rosa nel Pugno, ma sulla quale hanno espresso la loro contrarietà anche alcuni dei beneficiari, come ad esempio i valdesi. Ora Bruxelles vuole capire, giustamente, per quale motivo un bed and breakfast o una palestra italiani, se di proprietà di un'organizzazione religiosa, debbano essere esentate dall'Ici e godere altri benefici fiscali preclusi al resto della popolazione italiana.
Todd ha spiegato ieri che le informazioni sono state chieste dopo le segnalazioni, nel 2006, da parte di alcuni soggetti italiani di cui però Bruxelles non ha voluto riferire l'identità. E proprio ieri, il quotidiano dei vescovi Avvenire ha pubblicato un intervento del segretario della Cei, Giuseppe Betori. «L'esenzione dall'Ici - ha osservato - si applica alle sole attività religiose e di rilevanza sociale ed è del tutto uguale a quella di cui si giovano gli altri enti non commerciali, in particolare il terzo settore. Chi contesta un tale atteggiamento dello Stato manifesta una sostanziale sfiducia nei confronti di molteplici soggetti sociali di diversa ispirazione, particolarmente attivi nel contestare il disagio e la povertà». E che c'entrano i bed and breakfast con la povertà?
Il Riformista del 29 agosto 2007, pag. 2
E’ stata una battaglia di questo giornale e dunque fa piacere sapere che la Commissione europea ha chiesto finalmente «informazioni supplementari» su «certi vantaggi fiscali delle chiese italiane», anche se non ha ancora deciso se aprire un'inchiesta. Lo ha annunciato ieri Jonathan Todd. il portavoce del commissario alla Concorrenza Neelie Kroes, facendo intendere tuttavia che nel caso si tratterebbe di un'inchiesta pesantissima. quella per aiuti di Stato. E sarebbe la prima volta che la Chiesa finisce nel mirino dell'antitrust europeo.
Passi il fatto che i luoghi di culto, cioè le chiese, non paghino l'Ici. Ma quel che risulta incomprensibile è che in oltre un anno di governo Prodi, caratterizzato da una cura di cavallo sui conti pubblici passata attraverso una finanziaria pesante, appunto, sul versante della tassazione, l'esecutivo non sia riuscita a eliminare, o almeno a modificare, una legge indifendibile, quella cioè che ha cancellato l’Ici per gli immobili commerciali in mano alla Chiesa. Una legge ereditata dal governo Berlusconi contro la quale ha sempre protestato una parte della maggioranza, segnatamente la Rosa nel Pugno, ma sulla quale hanno espresso la loro contrarietà anche alcuni dei beneficiari, come ad esempio i valdesi. Ora Bruxelles vuole capire, giustamente, per quale motivo un bed and breakfast o una palestra italiani, se di proprietà di un'organizzazione religiosa, debbano essere esentate dall'Ici e godere altri benefici fiscali preclusi al resto della popolazione italiana.
Todd ha spiegato ieri che le informazioni sono state chieste dopo le segnalazioni, nel 2006, da parte di alcuni soggetti italiani di cui però Bruxelles non ha voluto riferire l'identità. E proprio ieri, il quotidiano dei vescovi Avvenire ha pubblicato un intervento del segretario della Cei, Giuseppe Betori. «L'esenzione dall'Ici - ha osservato - si applica alle sole attività religiose e di rilevanza sociale ed è del tutto uguale a quella di cui si giovano gli altri enti non commerciali, in particolare il terzo settore. Chi contesta un tale atteggiamento dello Stato manifesta una sostanziale sfiducia nei confronti di molteplici soggetti sociali di diversa ispirazione, particolarmente attivi nel contestare il disagio e la povertà». E che c'entrano i bed and breakfast con la povertà?